LE NUOVE REGOLE

La riforma della condotta a scuola è legge: cosa cambia per gli studenti?

Mario Rusconi, dirigente scolastico di lungo corso e presidente dei presidi di Roma, illustra quelli che a suo modo di vedere sono i pilastri della legge appena approvata dal Parlamento, provando a immaginare come le nuove norme potrebbero essere interpretate dagli istituti

© Ansa

La stretta sul comportamento a scuola è finalmente arrivata: bocciatura con il 5 in condotta più facile, anche alle scuole medie, debito formativo per chi si ferma alla sufficienza, penalizzazioni sul voto di Maturità per chi ha meno di 9, sospensioni da scontare a scuola o con i lavori socialmente utili in strutture convenzionate, multe fino a 10.000 euro per chi aggredisce i docenti. Queste in sintesi le principali novità contenute nel disegno di legge appena approvato dal Parlamento.

Un provvedimento, questo, fortemente voluto direttamente dal Ministro dell’Istruzione e del Merito, Giuseppe Valditara. Ma cosa cambia realmente per gli studenti rispetto a oggi? Il sito studentesco Skuola.net lo ha chiesto a Mario Rusconi, presidente dell’Associazione Nazionale Presidi di Roma e dirigente scolastico dell’Istituto capitolino Pio IX.

Dopo i vari passaggi parlamentari, qual è l’impianto generale della legge?

“Rimane la bocciatura per il 5 in condotta. Chi ha l’insufficienza alla fine del secondo quadrimestre continua a non essere ammesso neppure allo scrutinio. Mentre con il 6, alle superiori, si è rimandati a settembre e bisogna sostenere l’esame di riparazione in educazione civica. Tenendo presente che per assegnare il voto di condotta non bisogna guardare solamente al comportamento nel secondo quadrimestre ma a quello di tutto l’anno scolastico. E ricordando, infine, che le nuove regole funzioneranno anche per le scuole medie, essendo stato reintrodotto il voto di condotta pure qui”.

Le nuove norme cambiano radicalmente anche la gestione delle sospensioni scolastiche. In che modo?

“La novità forse più significativa, oltre al 6 in condotta che assegna il “debito”, riguarda proprio il fatto che le sospensioni possono essere gestite in ambiente scolastico solo se sono entro i due giorni, facendo un lavoro di recupero che poi verrà presentato a tutta la classe e agli insegnanti. Per quanto riguarda le sospensioni maggiori, saranno invece messe in campo delle misure di recupero ad hoc, alternative allo stare in classe. Si elimina così l’ipocrisia degli alunni magari sospesi per cinque giorni ma con l’obbligo di stare a scuola”.

Per le sospensioni superiori a due giorni si è parlato di una sorta di servizio civile, da svolgere per poter rientrare in classe: come si svolgerà?

“Su questo sarà importante vedere i decreti applicativi della norma, che dovranno specificare le associazioni, le organizzazioni, gli enti presso i quali potrà essere svolta l’attività di recupero. Ricordo, però, che anche quando non esisteva questa norma, io come molti altri presidi, in molti casi già mandavamo i ragazzi, ad esempio, a servire alla mensa Caritas, a fare un lavoro negli ospedali pediatrici con i bambini ricoverati o cose simili. In ogni caso, si tratta di una norma che ha un grande valore recuperativo, oltre che sociale e morale”.

Quindi, in un certo senso, non è una vera e propria novità…

“La normativa appena approvata a mio modo di vedere non fa altro che tener conto di una prassi, che io definisco underground, che le scuole spesso hanno applicato, ma con difficoltà, perché in molti casi i genitori reagivano negativamente.

A me è successo che a un ragazzo che aveva imbrattato completamente la palestra, diedi come sanzione di tornare il giorno dopo con un secchio e pulire la palestra stessa; in quel caso venne il genitore, un avvocato, a dirmi che mi voleva denunciare per sfruttamento di minore e lavoro nero.

Questo per dire che tutte le misure alternative adottate in precedenza sono state prese a livello direi artigianale, quasi con il timore poi di essere in qualche modo smentiti se non aggrediti verbalmente dai genitori come avvocati del diavolo. Con questa normativa scomparirà questo tipo di timore da parte delle scuole”.

Chi stabilirà le eventuali punizioni?

“Le sanzioni agli studenti, già attualmente, non vengono comminate dal preside, come spesso si legge impropriamente sui giornali, ma dal consiglio di classe o d'istituto, a seconda dell’entità. Quindi da organi collegiali. Anche questa legge ribadisce che poi sono gli organi collegiali che decidono. In cui, naturalmente, c’è anche il preside.

Ma la leggenda, diciamo mediatica, che il Preside sia quasi onnipotente e possa sospendere e mandar via dalla scuola uno studente a suo piacimento, non è mai esistita né penso esisterà mai”.

Nel pratico, dal suo punto di vista, le nuove norme permetteranno alle scuole di poter punire più facilmente gli alunni indisciplinati?

“Sicuramente avrà una ricaduta maggiore sul comportamento degli studenti, soprattutto delle scuole medie superiori. Per quanto riguarda le punizioni, invece, sarà lo statuto degli studenti a indicare tutti quei comportamenti inadeguati che devono essere sanzionati”.