In due abitazioni

Strage in famiglia a Nuoro: uccide la moglie, due figli e il vicino di casa, poi si toglie la vita

L'uomo, un operaio di 52 anni, ha aperto il fuoco anche contro un terzo figlio (colpito di striscio) e sua madre (per lei 30 giorni di prognosi)

Strage familiare in due diverse abitazioni a Nuoro. Un operaio forestale di 52 anni, Roberto Gleboni, dopo una lite in un appartamento in via Ichnusa, ha ucciso la moglie, Giusi Massetti, 43 anni, la figlia Martina, 25 anni, e il figlio Francesco, di 10. L'altro figlio, di 14 anni, sotto shock, è stato colpito di striscio. L'uomo ha poi aperto il fuoco contro un vicino di casa, il 69enne Paolo Sanna, incontrato sul pianerottolo mentre usciva di casa e morto nella notte a causa delle ferite riportate. Subito dopo, l'operaio è andato in via Gonario Pinna, nell'abitazione della madre, l'84enne Maria Esterina Riccardi, sparandole e ferendola alla testa (per lei 30 giorni di prognosi). Quindi il 52enne si è tolto la vita rivolgendo l'arma contro se stesso.

Il piccolo Francesco è morto nella notte prima della conclusione della procedura di accertamento di morte cerebrale. Per il vicino di casa, Paolo Sanna, si procederà all'espianto degli organi. È invece ferita alla testa ma non rischia la vita la madre dell'omicida: la donna se la caverà con 30 giorni di prognosi. Non destano preoccupazioni le condizioni del figlio sopravvissuto alla strage, colpito di striscio.

Ancora sconosciuto il movente della strage -

 Gli uomini del Comando provinciale dei carabinieri e della Questura di Nuoro stanno ricostruendo la dinamica dell'accaduto. Gli inquirenti sono al lavoro per trovare il movente che ha scatenato la furia omicida di Roberto Gleboni. Le due vie dove è accaduta la strage sono state blindate dalle forze dell'ordine.  L'autopsia sui corpi delle vittime verrà effettuata molto probabilmente sabato mattina nel cimitero comunale di Nuoro.

Marito e moglie si erano separati da poco -

 Roberto Gleboni e Giusi Massetti erano sposati da circa 25 anni, ma si erano separati da poco e l'uomo era tornato a vivere dalla madre. Era un operaio di Forestas, componente del direttivo territoriale e regionale della Fai Cisl e grande appassionato di armi. Non risultano pregresse segnalazioni denunce di violenze in ambito familiare, secondo quanto si legge in un comunicato della Procura della Repubblica di Nuoro. 

L'operaio ha sparato con una pistola regolarmente detenuta -

 L'operaio ha compiuto la strage con una pistola semiautomatica regolarmente detenuta per uso sportivo. L'arma del delitto, una calibro 7,65, è stata ritrovata. La pistola era a casa della madre dell'uomo. Gleboni si è tolto la vita nell'abitazione della donna.

Le testimonianze dei vicini -

 "Era uomo aggressivo, che urlava spesso, insomma non era certo una situazione facile per i familiari e neanche per noi vicini. Sembrava prepotente e un po' esaltato di sicuro, era appassionato di armi". È quanto hanno raccontato alcuni vicini di Roberto Gleboni. Altri conoscenti, invece, hanno parlato dei Gleboni come di una famiglia serena, senza alcuna tensione. "Mai sentito nulla, un litigio un problema - ha dichiarato un anziano che abita a pochi passi dall'appartamento della famiglia Gleboni -. Roberto Gleboni era il più socievole: si fermava a parlare con noi. Due giorni fa li ho visti insieme, Roberto e la moglie, mentre tornavano dal supermercato dove avevano fatto la spesa". E ancora, la madre di una ragazza che abita nello stesso palazzo dove è avvenuta la strage ha detto: "Sono sgomenta e incredula. Sembravano una coppia affiatata, mia figlia che abita al piano di sopra non ha mai sentito un dissidio familiare in questa famiglia". "Roberto Gleboni era una persona tranquillissima, molto disponibile. Giorni fa mi avevano rubato la macchina e lui mi voleva prestare la sua, sapendo che mi serviva", è il ricordo di un altro vicino di casa della famiglia Gleboni.

La figlia uccisa dedicò la tesi di laurea ai genitori -

 Martina Gleboni, la figlia maggiore uccisa nella strage, si era laureata nel 2022 in Giurisprudenza e aveva dedicato la tesi ai genitori. "A mia madre, che ci ha creduto prima che ci credessi io. A mio padre, l'amore più grande della mia vita", si legge in una foto pubblicata sul suo profilo Facebook. Il comune di Nuoro ha proclamato il lutto cittadino nel giorno dei funerali delle vittime; in città sono già diverse le istituzioni che hanno deciso di annullare eventi in programma in questi giorni.

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