Sono il polmone verde del Pianeta e l’area umida più grande del mondo, eppure l’Amazzonia e il Pantanal ora fanno notizia per i loro record negativi. I due ecosistemi più importanti del Sudamerica, infatti, hanno registrato nel corso del 2024 il maggior numero di emissioni nocive di CO2 degli ultimi vent’anni. Ovviamente non dipendono da fabbriche o auto, ma dall’ondata senza precedenti di incendi.
A riferirlo è Copernicus, il sistema europeo di monitoraggio satellitare, secondo il quale le emissioni accumulate in tutto il Brasile ammontano a 183 milioni di tonnellate di CO2. Un livello pari a quello registrato nel 2007, l’anno peggiore per i roghi nel continente. Senza contare che i roghi hanno distrutto una superficie più grande della Danimarca.
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Secondo i dati aggiornati a ieri, il Paese conta 200.013 incendi, numero considerato statisticamente "insolito" dagli esperti di Copernicus, secondo cui "le temperature estremamente elevate, la siccità a lungo termine e altri fattori climatologici hanno contribuito al significativo aumento della portata delle emissioni derivanti da incendi, fumo e impatti sulla qualità dell'aria".
La cappa di fumo, infatti, si estende tristemente dall’Ecuador al sud-est del Brasile, intaccando in modo pesante la qualità dell’aria.