Nel giorno dell'assemblea 2024 di Confindustria, Mario Draghi e Giorgia Meloni si sono incontrati a Roma. E nel loro confronto hanno individuato diverse "priorità condivise", come si legge in una nota diffusa da Palazzo Chigi. Al centro del colloquio la competitività europea e la necessità di strumenti adatti a realizzare le strategie indicate "senza escludere la possibilità di un nuovo debito comune". Tutto era partito da un invito del premier a Draghi a un confronto proprio sul report redatto dal consulente della Commissione Ue sulla competitività europea. E, nel suo intervento all'assemblea degli industriali, il presidente del Consiglio aveva fatto riferimento proprio al rapporto di Draghi sul tema.
Il comunicato di Palazzo Chigi sottolinea il confronto sul Rapporto sul futuro della competitività europea presentato da Draghi che, si legge, "contiene secondo il governo diversi importanti spunti, tra cui la necessità di un maggiore impulso all'innovazione, la questione demografica, l'approvvigionamento di materie prime critiche e il controllo delle catene del valore e, più in generale, la necessità che l'Europa preveda strumenti adatti a realizzare le sue ambiziose strategie - dal rafforzamento dell'industria della difesa fino alle doppie transizioni - senza escludere aprioristicamente nulla, compresa la possibilità di un nuovo debito comune. Priorità condivise che rispecchiano anche il lavoro portato avanti dal governo in Italia e nelle istituzioni europee". La nota conclude spiegando che "i due presidenti sono rimasti d'accordo di tenersi in contatto per continuare ad approfondire queste materie".
"Per la transizione green servono investimenti adeguati" -
"Come correttamente ha sottolineato Mario Draghi nel suo rapporto sulla competitività europea - aveva chiarito in precedenza il premier davanti agli industriali -, gli ambiziosi obiettivi ambientali dell'Europa devono essere accompagnati da investimenti e risorse adeguati, da un piano coerente per raggiungerli, altrimenti è inevitabile che la transizione energetica e ambientale vada a scapito della competitività e della crescita. Anche questa è una cosa che mi sono permessa di far notare varie volte in pensieri europei, e cioè che non ha molto senso dotarsi di alcune strategie e poi non creare gli strumenti per realizzare quelle strategie. Perché senza gli strumenti, banalmente, le cose alla fine non si riescono a fare".
Tra rinnovabili e tecnologie -
"La transizione green - ha spiegato ancora Meloni - deve essere fondata sul principio di neutralità tecnologica. Quante battaglie abbiamo combattuto negli ultimi due anni anche con Confindustria. Abbiamo bisogno di tutte le tecnologie per trasformare l'economia da lineare in circolare. E tutte le tecnologie utili alla transizione devono essere prese in considerazione, quelle in uso, quelle che sperimentiamo e quelle che dobbiamo ancora scoprire: le rinnovabili ma anche gas, biocarburanti, idrogeno, la cattura di anidride carbonica, senza dimenticare il nucleare e la grande prospettiva di produrre, in un futuro non così lontano, energia pulita e illimitata dal nucleare da fusione. Siamo la patria di Enrico Fermi, se non lo facciamo noi chi lo deve fare... Non siamo secondi a nessuno".
Alle imprese: "Lavoriamo insieme" -
Alle imprese il premier ha inoltre proposto "di vederci da subito perché c'è tanto lavoro da fare, cerchiamo di organizzare prima possibile. Avrete un confronto leale e regole certe, su questo avrete la massima garanzia. Non andremo sempre d'accordo ma la penseremo sempre allo stesso modo su un punto: l'Italia può ancora stupire e dimostrare al mondo quanto vale. Per farlo dobbiamo lavorare insieme".