per l'avifauna

Il Tar blocca la stagione di caccia in Lombardia: accolto il ricorso degli ambientalisti

Fino al 2 ottobre apertura limitata ad alcune specie. "Una decisione che lascia increduli", dice Alessandro Beduschi, assessore regionale all'Agricoltura, sovranità alimentare e foreste

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La stagione di caccia 2024-2025 non aprirà all'avifauna domenica 15 settembre, a causa del pronunciamento del Tar della Lombardia, che ha accolto la richiesta di sospensiva presentata da alcune associazioni ambientaliste. "Una decisione che lascia increduli e che penalizza profondamente i cacciatori lombardi e l'intera amministrazione regionale, che aveva presentato un calendario equilibrato", commenta l'assessore regionale all'Agricoltura, sovranità alimentare e foreste, Alessandro Beduschi. Fino al 2 ottobre sarà quindi un'apertura limitata solo ad alcune specie, che esclude però tutta l'avifauna.

"Ieri mattina - prosegue Beduschi - avevamo presentato le nostre argomentazioni con urgenza attraverso l'avvocatura regionale, sottolineando come il ricorso fosse anomalo nella forma e nei tempi. Contestare il nostro provvedimento, adottato oltre due mesi fa, a ridosso dell'apertura della stagione venatoria, è un chiaro tentativo di arrecare il massimo danno possibile, senza nemmeno entrare nel merito dei contenuti del calendario. Spiace notare che, a differenza di quelli presentati da alcune associazioni venatorie, il nostro atto non sia nemmeno citato nella sentenza, quasi come se non fosse nemmeno stato preso in considerazione".

"L'amministrazione regionale - conclude Beduschi - non si fermerà qui, in quanto continueremo a difendere con forza il diritto dei cacciatori lombardi e a sostenere un calendario venatorio che è frutto di un'attenta pianificazione e di equilibrio. È però triste e per certi versi inaccettabile che un'attività che solo in Lombardia impegna decine di migliaia di cittadini che pagano regolarmente le licenze e che hanno dei diritti costituzionali, sia in balia di tecnicismi burocratico giudiziari".

Il ministro Lollobrigida: "L'attività venatoria deve svolgersi regolarmente" -

Sull'argomento è intervenuto anche Francesco Lollobrigida, ministro dell'Agricoltura, della sovranità alimentare e delle foreste. "La legge deve essere chiara perché i magistrati possano applicarla e non siano costretti a interpretarla. Anche quest'anno, seppure con esiti a loro meno favorevoli, alcune associazioni con ricorsi strumentali stanno di fatto impedendo il regolare svolgimento della attività venatoria in alcune regioni purtroppo, a volte, grazie a una parte della burocrazia statale", ha scritto sui social.

"Abbiamo lavorato in questi due anni insieme alle regioni e alle associazioni di settore - prosegue - per trovare, una soluzione appropriata, stante l'attuale sistema normativo. A quanto pare non è stato sufficiente. Ne prendiamo atto ed entro l'anno affronteremo in via definitiva l'argomento. Il rispetto delle regole italiane ed europee è sempre importante per tutti e l'attività venatoria è tutelata e deve potersi svolgere regolarmente", ha aggiunto Lollobrigida. Concludendo: "Si mettano l'anima in pace quelli che pensano di poter imporre le loro scelte agli altri violentemente o con processi artificiosi. Abbiamo ottenuto comunque una serie di risultati positivi che rivendichiamo in questo importante settore. Molti dopo essere stati anni al governo oggi dicono che avrebbero fatto meglio e di più. Al contrario hanno permesso di arrivare a una situazione che impone doppio lavoro per essere recuperata e rimessa in linea con le altre nazioni europee. Non ci spaventa l'impegno e sappiamo che i conti si fanno sempre alla fine".