È in arrivo una stretta per i cittadini extra Ue sull'acquisto dei cellulari. In un articolo del ddl Sicurezza, come riporta La Repubblica, si prevede che tra i documenti che devono essere forniti all'operatore per l'acquisto di un telefonino, oltre a quelli di identità, "se il cliente è cittadino di uno Stato non appartenente all'Unione europea, deve essere acquisita copia del titolo di soggiorno di cui è in possesso". Se si è condannati per sostituzione di persona, per sottoscrivere il contratto l'acquisto viene inibito "per un periodo da sei mesi a due anni". Il disegno di legge, in esame in Aula alla Camera, dovrà poi andare in seconda lettura al Senato.
Questo articolo del provvedimento, inserito durante la discussione in commissione, che va a modificare il codice delle comunicazioni elettriche del 2003 che regolamenta, tra l'altro, l'identificazione degli utenti ai quali vengono vendute le Sim da parte delle compagnie di telefonia.
Ogni impresa è, infatti, tenuta a rendere disponibili al centro di elaborazione dati del ministero dell'Interno gli elenchi dei propri clienti titolari di contratti pre-pagati (acquirenti traffico) o post-pagati (abbonati) della telefonia mobile. E "nei casi di nuova attivazione e di portabilità del numero o cambio della Sim, adottano tutte le necessarie misure affinché sia garantita l'acquisizione dei dati anagrafici del titolare del contratto riportati su un documento di identità".
Avs: "Divieto di Sim ai migranti è vergogna internazionale" "L'articolo 32 del ddl Sicurezza è un concentrato di ipocrisia e razzismo. Gli migrati irregolari vengono sfruttati nei nostri campi, nelle nostre aziende ma il governo Meloni gli vuole togliergli il diritto ad avere una Sim telefonica. Prevedendo ritorsioni anche sul sull'eventuale rivenditore. Quell'articolo espone l'Italia alla vergogna internazionale, ritiratelo!". Così in una nota Filiberto Zaratti, capogruppo di Avs nella commissione Affari costituzionali della Camera.