Un tredicenne è stato accoltellato da un coetaneo, in una scuola di Pompei (Napoli), al culmine di una lite. Il diverbio tra i due sarebbe scaturito per una ragazza. La vittima, ferita alla schiena, è stata soccorsa ma non è in pericolo di vita. L'aggressore è stato fermato: denunciato dalla polizia per lesioni personali, è stato riaffidato ai genitori. Il ragazzo, secondo quanto si apprende, soffrirebbe di una patologia psichiatrica.
Il ragazzo si sarebbe recato a scuola armato. Si cerca di capire se l'aggressione di oggi sia stata preceduta da minacciosi scambi via social. Le telecamere della zona potrebbero fare chiarezza sull'esatta dinamica di quanto accaduto.
"Il malessere giovanile merita tutta la nostra attenzione. Stiamo assistendo a un crescendo di violenza che non ha precedenti ma che gli esperti avevano preannunciato fra le conseguenze a lungo termine della pandemia", commenta don Ivan Licinio, responsabile della Pastorale giovanile della Prelatura di Pompei e vice rettore del Santuario della città. "Le soluzioni non sono più procrastinabili né possono essere spot - aggiunge - Per rispondere a questa sfida devono entrare in gioco tutte le agenzie educative, non solo la scuola ma anche famiglia, associazioni, parrocchie, oratori, ambienti sportivi".
Per don Licinio è necessario assicurare ai giovani "accompagnamento umano e spirituale". Ma riflette sull'urgenza di "fornire modelli diversi da quelli mediati dai social. Ritorni il dialogo fra le generazioni senza paura delle incomprensioni ma con il desiderio autentico di crescere insieme".
Milano, tre sedicenni in comunità dopo un'aggressione a coetanei -
Violenza non solo Pompei. In Lombardia tre studenti sedicenni, tutti con precedenti, sono stati collocati in una comunità dai carabinieri di Abbiategrasso (Milano) con l'accusa di lesioni gravi e, per uno, anche di atti persecutori.
L'ordinanza di custodia è stata eseguita in seguito a un'aggressione che risale al 19 gennaio scorso, quando un "branco" di sette persone agì ai danni di due loro coetanei, uno dei quali già bullizzato in precedenza. Furono le due vittime a indicare i tre 16enni come autori dell'aggressione avvenuta all'esterno di un istituto tecnico di Magenta (Milano) che tutti loro frequentano. I tre indagati, insieme ad altri quattro non ancora individuati, picchiarono i due coetanei a calci, pugni e sprangate, fino a portare uno di loro a perdere conoscenza. L'aggressione venne anche immortalata in un video postato sui social. I motivi sarebbero da ricondurre esclusivamente a logiche di sopraffazione e bullismo. Uno dei tre indagati poi, saputo che le vittime avevano presentato denuncia, le avrebbe avvicinate minacciandole ulteriormente se non l'avessero ritirata.