Il ministro degli interni tedesco - Nancy Faeser - ha annunciato nuove iniziative nella lotta contro l'immigrazione clandestina. L'intenzione del governo di Berlino è quella di estendere e rafforzare i controlli sui confini del Paese, in particolar modo con quello sud con l'Austria. Il suo omologo austriaco - Gerhard Karner - è categorico nell'affermare che "l'Austria non accetterà le persone respinte dalla Germania. Non c'è spazio di manovra".
A partire dal 16 settembre Berlino rafforzerà quindi i controlli alle frontiere già precedentemente introdotti per contrastare l'immigrazione clandestina e per contribuire alla lotta contro al terrorismo islamico. La diffusa rabbia nell'opinione pubblica, gli attacchi terroristici dell'ultimo mese che hanno portato alla legge sui coltelli e la vittoria del partito di estrema destra AfD nelle regioni della Turingia e della Sassonia, hanno portato il cancelliere tedesco Olaf Scholz a prendere questa decisione.
Le diverse pressioni politiche anche da parte dell'opposizione hanno spinto Berlino ad attuare questa stretta a due settimane dalla chiamata alle urne di Brandeburgo. Le imminenti elezioni del 22 settembre e la strage di Solingen hanno dato una accelerata verso il pacchetto di sicurezza e respingimenti. Il presidente del partito di opposizione Cdu, Friedrich Merz, ha lanciato una ultimatum al governo di Scholz: "Se il governo non darà garanzie sui controlli alle frontiere e i respingimenti di tutti i migranti illegali, il dialogo con l'opposizione non avrà più motivo d'esserci". Il cancelliere ha infatti raccolto la provocazione rispondendo di aver attuato "la più grande svolta nella gestione della migrazione nella storia degli ultimi dieci o vent'anni".
Il contesto europeo -
Le ripercussioni dei respingimenti alla frontiera tedesca potrebbero fare eco nel resto dell'Europa. Bruxelles sta lavorando al rafforzamento del nuovo Patto per la migrazione e l'asilo e ha già ricevuto la notifica tedesca. Le discussioni all'interno del governo tedesco potrebbero avere ripercussione anche negli altri Paesi dell'Unione Europea. L’Ungheria di Viktor Orban, notoriamente portabandiera della politica "zero migranti", ha già chiarito la sua posizione nel rimandare gli irregolari alle istituzioni europee "caricandoli a bordo di autobus con un biglietto di sola andata".
Anche all'interno dei luoghi politici europei le conseguenze della stretta migratoria tedesca si fanno sentire. Il Consiglio Europeo è sempre più bersaglio delle richieste di diminuire l'immigrazione provenienti dai Ventisette e non solo dai Paesi del Mediterraneo. Le ripercussioni, infatti, potrebbero minacciare le fondamenta del Regolamento di Dublino oltre che estendersi sino alla Commissione europea di Ursula von der Leyen, da sempre custode della tutela della libera circolazione.
A tal proposito, la ministra belga Nicole de Moor ha sollecitato i Paesi europei a "lavorare insieme per una politica migratoria equa, umana ed efficace" nel "rispetto dei valori europei e degli obblighi internazionali". Dall'altra parte il cancelliere Scholz assicura che "ci saranno buone proposte, tutte nel rispetto delle leggi europee, dei trattati internazionali e della nostra Costituzione" e sottolina l'intenzione di "rafforzare la già efficace gestione delle frontiere anche con il sostegno dell'opposizione". Sulla stessa linea, il ministro degli interni Nancy Faeser spiega la necessità della Germania di "proteggere la sicurezza interna dalle attuali minacce del terrorismo islamista e della criminalità transfrontaliera".
La Polonia -
La posizione di Varsavia è netta. Per il primo ministro polacco Donald Tusk l'inasprimento delle politiche di frontiera della Germania sono "un tipo di azione inaccettabile dal punto di vista polacco", così afferma all'emittente tvn24. Il premier aggiunge che nonostante le buone relazioni con i vicini tedeschi, questa stretta sulla migrazione soprattutto con i Paesi confinanti sarebbe "di fatto di una sospensione di Schengen già su larga scala". Il capo del governo si espone ulteriormente ribadendo che è "la situazione politica interna tedesca a causare questi passi, e non la nostra politica nei confronti dell'immigrazione clandestina ai nostri confini". Tusk evidenzia nuovamente le buone relazioni con i paesi confinanti e conclude dicendo che "nelle prossime ore chiederemo ad altri Paesi interessati da queste decisioni di Berlino di consultarsi urgentemente su come agire all'interno dell'Unione Europea su questo tema".
Il Regolamento di Dublino -
La Convenzione di Dublino entrata in vigore nel 1997 determina quale sia lo Stato competente all'interno della Comunità Europea a esaminare le richieste di accoglienza provenienti da cittadini di paesi terzi o apolidi (senza cittadinanza). In altre parole il trattato multilaterale stabilisce in quale Paese dell'Ue entrano per la prima volta i richiedenti.
Cos'è lo spazio Schengen -
Firmato nel 1990, lo spazio include ventisette Paesi europei e permette di abolire i controlli alle frontiere interne. Ciò significa che gli stati che ne fanno parte non effettuano controlli alle frontiere interne salvo in caso di minacce. Si effettuano invece le verifiche ai confini esterni sulla base si criteri definiti. Ne fanno parte venticinque dei ventisette paesi dell'Unione Europea.