"Il mio cliente non conosceva la vittima, ma in passato aveva denunciato altri ragazzini, forse del suo stesso gruppo". Lo dice l'avvocato Simone Ferraioli, che assiste il 16enne arrestato mercoledì sera per l'omicidio di Fallou Sarin Sall, anche lui 16 anni, in via Piave a Bologna, e il ferimento di un altro giovane, di 17. Il Tribunale ha disposto il fermo del minorenne per omicidio e tentato omicidio. A quanto emerso dalle indagini, pare che la vittima sia stata coinvolta nella rissa per difendere un amico.
"Lui era sconvolto e in totale confusione, ha dato una sua versione ma preferisco non dirla, per ora, anche perché ancora non so cosa hanno detto gli altri ragazzi. Ha ammesso le sue responsabilità, sulle modalità ce ne sarà da dire. È stato lui anche a indicare dove era il coltello", ricorda Simone Ferraioli.
"I genitori gli sono molto vicini - continua il legale - ma non è ancora riuscito a incontrarli. La sua è una famiglia normalissima, prima vivevano a Rimini e poi per il lavoro del padre si sono trasferiti a Bologna".
Il 16enne fermato: "Inseguito e placcato da dietro, ho colpito per paura" -
Mentre stava fuggendo verso casa sarebbe stato rincorso e placcato da dietro, rovinando a terra, quindi gli sarebbero saltati sopra e a quel punto
lui, per paura, ha tirato fuori il coltello sferrando colpi alla cieca, senza vedere chi colpiva. È la versione che avrebbe dato il 16enne fermato per l'omicidio. La sera del 4 settembre ci sarebbe stato un primo scontro al parco, dalla parte opposta rispetto a via Piave: una scazzottata con il bengalese amico di Sall con cui c'erano stati screzi e poi rimasto ferito. Lui sarebbe quindi scappato per poi essere inseguito da un gruppo di giovani.
Il 16enne ucciso poco prima dell'omicidio aveva pubblicato una foto con un tirapugni -
Pochi minuti prima di essere ucciso Fallou Sall ha pubblicato su Instagram una storia dove era ritratto su una panchina, apparentemente nel parco vicino, con un tirapugni nella mano destra. L'immagine è al vaglio degli investigatori che stanno ricostruendo, anche acquisendo le immagini delle telecamere della zona, quello che è successo effettivamente la sera del 4 settembre.