A Venezia 81 sbarca "Iddu" con Elio Germano che riporta in vita Matteo Messina Denaro, il superlatitante di mafia arrestato dopo 30 anni a Palermo nel 2023 e morto lo stesso anno pochi mesi dopo. Toni Servillo invece è Catello, un politico ex sindaco di Castelvetrano, dove il mafioso era nato nel 1962, viscido, ambiguo, ma disposto a tutto per riguadagnare credibilità, rimettersi in gioco, accettando così di lavorare per i servizi segreti, favorendo un carteggio con il figlioccio Iddu per stanarlo. Il film di Fabio Grassadonia e Antonio Piazza è la quinta pellicola italiana in concorso alla Mostra del Cinema, in sala dal 10 ottobre.
Il vissuto dei registi in "Iddu" -
"Iddu" completa una trilogia dopo "Salvo" e "Sicilian Ghost Story" e questa volta il loro vissuto è stato una spinta ulteriore per un film. "Mio padre - ha detto Fabio Grassadonia emozionando la platea dei giornalisti - è stato un imprenditore edile nella Palermo degli Anni 80, ha avuto i cantieri bruciati e mia sorella sotto minaccia non usciva di casa. A raccogliere la sua denuncia c'era un tale Bruno Contrada, poco dopo una bomba distrusse tutta la casa. A 19 anni la mia compagna di liceo Giovanna Ida Castelluccio venne uccisa con il marito Nino Agostino, agente del commissariato San Lorenzo ma che in realtà faceva parte del pool Falcone e Borsellino".
Il ruolo di Servillo -
La storia di Iddu respira di vicende vere, di collusioni e coperture ed è anche il duetto tra una strana coppia Catello-Iddu, Servillo-Germano per un film che è in equilibrio sul grottesco. "Grottesco da non confondere con farsesco - precisa Servillo - grottesco è un ispessimento della realtà, la rimarca e intensifica, non ne fa caricatura piaciona". I due attori hanno aderito al progetto Iddu "perché la passione di Piazza e Grassadonia ha il significato di una denuncia cui non ti abitui, perché non è appiattita sulla realtà, ne senti la sofferenza". Servillo conclude: "Catello è un saltimbanco assediato dalla disperazione. Il filo del grottesco in questa storia tratta dalla realtà è la chiave per uscire dagli stereotipi: lo vedi e dici 'è mai possibile? E forse non ci domandiamo tutti i giorni come certi uomini di potere abbiano un certo tipo di esternazioni, di presentino in un certo modo, camuffino le notizie, utilizzino i mezzi di informazione per fuorviare".
Elio Germano ha lavorato agli atti processuali -
Elio Germano ha lavorato sugli atti processuali, sui pizzini, "stando alla larga da ogni fascinazione di personaggi ma anzi evidenziando le piccolezze, la loro estrema mediocrità e il tragicamente ridicolo che si portano dietro. Ci sono azioni mostruose e malvagia, ma non sono oggetto di Iddu, piuttosto si scopre, nel rapporto con il padre capomafia che lo aveva scelto come erede sin da adolescente, cosa significa paternità tossica e paternità rifiutata in una ambiente con la peggiore forma possibile di patriarcato. Iddu è un patologico narciso in costante rimozione di ciò che davvero è... La mafia è fatta di uomini, certi meccanismi sono dentro di noi e dobbiamo essere allenati a riconoscere le cose altrimenti i cattivi sono sempre gli altri. Dobbiamo stare molto attenti ai valori che trasmettiamo, devono essere quelli del bene comune, della collettività più che la difesa dei confini, la famiglia, i privilegi, i profitti a tutti i costi. Nel mio lavoro, in questo film c'è la scelta di interpretare i cattivi come umani per cercare di tirare fuori le cose che accadono e che ci trasformano in personaggi che non vorremmo mai essere".