Pedro Almodovar ha presentato durante l'incontro stampa "The room next door", film in concorso a Venezia 81 con protagonisti Tilda Swinton, Julianne Moore e John Turturro. "Sono contro i razzisti, gli odiatori che non vogliono l'immigrazione e impedisco ai bambini senza genitori di entrare nei nostri confini mandando navi della Marina. Trovo questo stupido e ingiusto, ma sono anche contro i negazionisti del cambiamento climatico. Nel mio film c'è sì una donna agonizzante, ma in un mondo altrettanto agonizzante. Ai negazionisti del cambiamento climatico dobbiamo dire basta, perché siamo in pericolo e possiamo entrare a breve in un pericolo molto più grande", ha detto il regista spagnolo sul suo primo film in lingua inglese che ha raccolto applausi in sale e in conferenza stampa.
La trama -
Ingrid e Martha erano care amiche da giovani, quando lavoravano per la stessa rivista. Ingrid è poi diventata una scrittrice di romanzi semiautobiografici mentre Martha è una reporter di guerra e, come spesso accade nella vita, si sono perse di vista. Non si sentono ormai da anni quando si rivedono in una circostanza estrema ma stranamente dolce, la malattia di Martha.
Il primo film in lingua inglese -
Ha spiegato Almodovar: "The Room Next Door è il mio primo lungometraggio in inglese. La mia insicurezza è scomparsa dopo la prima lettura a tavolino con le attrici, alle prime indicazioni di regia. La lingua non sarebbe stata un problema, e non perché io padroneggi l'inglese, ma perché tutto il cast era pronto a venirmi incontro per capirmi e farsi capire. Per me è stato come cominciare una nuova era, come un film di fantascienza mi serviva il veicolo giusto, l'ho trovato nel romanzo 'What Are You Going Through' di Sigrid Nunez. Mi ha colpito la parte in cui due donne di New York si incontrano perché una va a trovare l'altra in ospedale, conosco la loro generazione quindi per me è stato interessante raccontarle. Entrambe le attrici hanno capito il tono con cui volevo raccontare questa storia, non con un tono melodrammatico. Il tema principale è vedere al festival Tilda e Julianne insieme è straordinario".
Le protagoniste Tilda Swinton e Julianne Moore -
La densità del parlato dei film di Almodovar poteva essere un altro possibile ostacolo dovuto alla lingua, ha proseguito il regista. "I miei film sono pieni di dialoghi. Tra tutti gli elementi narrativi (tutti importanti e in cui sono coinvolto al 100%), sono gli attori a raccontare davvero la storia. In The Room Next Door Tilda Swinton e Julianne Moore sostengono da sole tutto il peso del film e sono incredibili. Sono stato fortunato perché entrambe hanno dato vita a un vero e proprio recital. A volte, durante le riprese, sia io che la troupe eravamo sull'orlo delle lacrime. È stato un lavoro molto commovente e benedetto, in un certo senso".
Il tema della morte -
Almodovar ha spiegato quando sia stato difficile parlare della morte anche se "nella Mancha da cui provengo ci sono molti modi di parlare della morte e sono soprattutto le donne capaci di farlo. Sono infantile e immaturo nella mia percezione, la morte è dappertutto abbiamo la guerra, ma è una cosa che non ho davvero compreso completamente ed è difficile per me parlarne. Ogni giorno che passa è un giorno in meno che ho da vivere e invece vorrei vivere un giorno in più. Quando giravamo eravamo in tre e con la morte". Il regista di capolavori come "Parla con lei" e "Volver" ha spiegato di vedere sempre il bicchiere mezzo pieno. "Cerco di essere ottimista. L'allegria è il metodo migliore per resistere. Ho cominciato a parlare di malattie perché alcuni problemi hanno modoficato le mie attività, nel film parlo di una malattia terminale io vorrei esprimere in maniera molto e chiaro cosa penso di questo argomento. E' un film a favore dell'eutanasia. Martha decide di liberarsi dal cancro con la decisione che prende, se io arrivo prima il cancro non l'avrà vinta contro di me e raggiunge l'obiettivo con la sua amica e si devono comportare come due delinquenti. Tu devi essere padrone della tua esistenza. In Spagna abbiamo una legge sull'eutanasia ma dovrebbe esistere in tutto il mondo, il medico dovrebbe aiutare il paziente".
Contro i discorsi d'odio -
Il film è anche sull'amicizia e sull'empatia "sulla capacità di aiutare è la mia risposta al discorsi d'odio che ci sono nel mondo. Tutti abbiamo grandi problemi con l'immigrazione, vorrei mandare un messaggio come Ingrid, vorrei parlare dei bambini senza aiuto che lottano per arrivare ai nostri confini e il governo manda la Marina affinché impedisca loro di entrare ed è un delirio ed è stupido e ingiusto. Se possiamo fare qualcosa anche di fronte al cambiamento climatico dobbiamo fare attenzione, il film parla di una donna agonizzante in un mondo che è agonizzante anch'esso. Ognuno deve essere contrario al negazionismo nell'ambito in cui opera, si deve dire basta alle manifestazioni negazioniste perché il pianeta è in pericolo e si può entrare in un pericolo più grande", ha detto il regista.
Peter Weir leone d'oro alla carriera -
Peter Weir è sbarcato a Venezia 81 per ricevere il Leone d'Oro alla Carriera. Il regista, primo australiano a ricevere un Oscar alla carriera e vincitore di due premi Bafta, ha girato film di grande successo come "Picnic ad Hanging Rock" (1975), "Witness - Il testimone" (1985), "Mosquito Coast" (1986), "L'attimo fuggente" (1989), "The Truman Show" (1998) e "Master & Commander - Sfida ai confini del mare" (2003). Un rapporto speciale quello tra Weir e l'Italia, come spiegato dallo stesso regista: "Il Leone d'Oro è un riconoscimento che mi emoziona. L'Italia e Venezia mi rigenerano. In particolare Venezia ricarica la mia creatività". Nel corso della sua chiaccherata con i giornalisti, Weir ha poi ripercorso alcuni momenti della sua carriera e in particolar modo ha parlato del rapporto avuto con Robin Williams: "Era davvero una persona fiduciosa, lavoravamo insieme. Ci incontravamo nelle nostre stanze per parlare della sceneggiatura, se qualcuno entrava nella stanza diventava un performer. Gli chiedevo nel film di inibire questa parte stravagante della sua personalità. Gli chiedevo di rilassarsi, senza essere serioso. Si è fidato di me, ha tirato fuori un lato di sé che non avevamo mai visto prima". Robin Williams ha recitato in uno dei principali film di Weir, "L'attimo fuggente".