A Venezia 81 è il momento di Nicole Kidman. La stella australiana è arrivata al Lido con il resto del cast di "Babygirl", thriller erotico diretto dalla regista di origine danese Halina Reijn che è in concorso alla Mostra. "Amo indagare le donne, gli esseri umani in tutte le loro sfaccettature - dice la Kidman -, ma oggi sono spaventata di consegnare al mondo questo film così estremo. Mi sento esposta e vulnerabile e ora tremo". C
La trama di "Babygirl" -
Splendida cinquantasettenne, Nicole Kidman si presenta al Lido con coda di cavallo e abito nero per parlare di questo "Babygirl" in cui compare nuda in più di una scena di sesso. Nel thriller erotico la Kidman interpreta Romy, manager di un'industria robotica, sposata e con figlie, che si trova improvvisamente invischiata in un rapporto sadomaso con un giovanissimo stagista Samuel (Harris Dickinson). Ma il fatto che Romy abbia problemi ("non sono normale" dice più volte) c'è già tutto nell'incipit di "Babygirl" dove la vediamo prima fare, con apparente soddisfazione, l'amore con il marito Jacob (Antonio Banderas), ma subito dopo avere un vero orgasmo davanti alle immagini di un sito porno. Scopo di Samuel è quello di ribaltare la situazione, da stagista a dominator facendo attraversare a una donna, abituata comandare come è Romy, tutte le umiliazioni possibili: "Mettiti in un angolo", "Adesso spogliati", "Bevi il latte nella ciotola come un gatto" e, infine "Dimmi: farò tutto quello che vuoi".
Il ruolo della regista e dell'intimacy coordinator -
"Un film del genere è stato possibile e ho accettato di farlo perché la regista era una donna e non c'era sfruttamento, non ho sentito mai sfruttata la mia immagine - spiega la Kidman -. Raccontare un film così esplicito con una donna dietro la telecamera era una cosa del tutto unica". "Per affrontare tante scene di nudo e di sesso, sia con Banderas che con Dickinson - spiega l'attrice - abbiamo fatto tante prove e ci siamo seduti al tavolino e parlato molto. E poi abbiamo avuto una bravissima intimacy coordinator che ci ha fatto capire quello che si poteva fare e quello che era meglio evitare. Ci ha fatto capire che ogni scena intima è un luogo sacro, ma in fondo tutto è intimo".
"La chiave è sentirsi sicuri, darsi il permesso reciproco, stare molto attenti" conferma Banderas. "Tutti noi abbiamo una piccola scatola nera piena di fantasie e tabù che vorremmo non condividere mai con nessuno - dice la regista Halina Rejin -. Con questo film ho cercato di far luce, senza dare giudizi, sulle forze opposte che compongono le nostre personalità. Per me, il femminismo è anche la libertà di esplorare la vulnerabilità, l'amore, la vergogna, la rabbia e la bestia interiore di una donna. La relazione al centro di 'Babygirl' permette a Romy e Samuel di esplorare la loro confusione riguardo al potere, al genere, all'età, alla gerarchia e all'istinto primordiale".