STORIE DI SUCCESSO

Federica Dell'Orto: "Lavoro con dedizione e integrità per far progredire la giustizia"

La Founder di Dell’Orto Law Firm racconta a Tgcom24 il suo impegno per migliorare la tutela dei diritti umani e influenzare le politiche globali

di Paola Coppola

Dell’Orto Law Firm è uno studio legale specializzato in diritti umani, diritto internazionale e dell’immigrazione. Con una clientela diversificata offre consulenza specializzata e contribuisce attivamente allo sviluppo di norme internazionali. Lo studio affronta complesse questioni legali con un approccio che combina una visione strategica e una forte attenzione ai diritti umani. Federica Dell'Orto, Founder di tale realtà, racconta a Tgcom24 il suo impegno per influenzare le politiche globali, promuovere riforme decisive per l’avanzamento della giustizia e la tutela dei diritti umani, oltre al suo lavoro nel sviluppare strategie innovative ed efficaci che facilitino l’ingresso delle aziende sul mercato statunitense.

Quale percorso l'ha portata a ricoprire il ruolo attuale?
Il mio percorso giuridico è iniziato all’Università degli Studi di Milano, dove sono stata affascinata dal Diritto internazionale: l'ho visto da subito come la chiave per governare le complesse dinamiche di un mondo sempre più interconnesso. Al centro del diritto c'è l'essere umano e la globalizzazione ha reso il Diritto internazionale fondamentale per la protezione dei diritti umani. Dopo la laurea in Giurisprudenza a Milano, ho conseguito un master in diritto internazionale negli Stati Uniti, dove ho poi superato l'esame di abilitazione professionale. Il mio primo lavoro come avvocato è stato presso lo studio legale di Judith Wood, lavorando al suo fianco a casi di tratta di esseri umani, tutela dei rifugiati politici e sopravvissuti a crimini di guerra. L’avvocato Wood è un’autorità nel settore e il suo impegno per i diritti umani è stato celebrato nel film a lei dedicato, "Saint Judy". Dopo alcuni anni di esperienza nel settore, la Federal Bar Association (FBA) - la principale organizzazione per avvocati e giudici federali negli Stati Uniti - mi ha contattato per propormi di entrare nel loro consiglio di amministrazione come presidente della International Law Section. Attualmente, rappresento l'FBA presso le Nazioni Unite, grazie al loro status accreditato.

Nel suo lavoro si divide tra Stati Uniti e Italia. Quanto le sue radici locali e il suo profilo internazionale influiscono nel suo lavoro?
Le mie radici italiane e il mio profilo internazionale e soprattutto la mia esperienza in entrambe le giurisdizioni mi permettono di essere un ponte tra Italia e Stati Uniti. Questo si riflette nella scelta di dedicare una parte significativa della mia pratica legale alle realtà aziendali internazionali, in particolare italiane, accompagnandole nel processo di espansione negli Stati Uniti. Inoltre organizzo regolarmente eventi professionali per giuristi italiani e americani nel campo del diritto internazionale. Questi eventi offrono preziose piattaforme di confronto, dove giudici e avvocati di entrambe le giurisdizioni possono incontrarsi, discutere e collaborare sulle questioni più urgenti nel contesto internazionale. L'Italia e gli Stati Uniti sono due giurisdizioni fondamentali nel panorama internazionale, e think tank di questo tipo sono cruciali per l'avanzamento del diritto internazionale. Mantengo sempre attivo il legame tra i due paesi, assicurando continua collaborazione e scambio di conoscenze.

Tra le varie aree di attività del suo studio offre una consulenza per le imprese italiane per operare o espandere il loro business su mercati esteri e negli Stati Uniti. Qual è la chiave del suo successo?
Sì, la mia pratica si divide in due grandi aree: quella dei diritti umani e quella di business. Una parte dello studio è dedicata interamente all'offrire consulenze altamente specializzate a imprese o imprenditori italiani - che desiderano espandersi negli Stati Uniti. La chiave sta nella capacità di combinare la profonda conoscenza di entrambi i mondi, integrando una visione globale con una sensibilità locale. Comprendiamo le sfide e le opportunità che le imprese italiane affrontano quando si espandono a livello internazionale, e questo ci differenzia da altri studi che spesso sono specializzati solo su uno o sull’altro Paese. Lavoriamo a stretto contatto con i nostri clienti per sviluppare strategie innovative ed efficaci che facilitino il loro ingresso nei mercati statunitensi.

Su quali valori basa la sua attività professionale?
La mia attività si basa su tre valori fondamentali: dedizione, integrità e impegno per la giustizia. La dedizione si manifesta nell'approccio personalizzato, tipico di una "boutique Law Firm", dove ogni cliente riceve un'attenzione esclusiva e mirata. I clienti godono di un rapporto privilegiato, con la costante possibilità di un contatto diretto e immediato con me, garantendo che non si sentano mai trascurati e che possano contare su un supporto continuo e presente. L'integrità è il pilastro della professione legale che richiede di garantire trasparenza in ogni fase del processo. Infine, il mio impegno per la giustizia è una convinzione profonda: il diritto deve proteggere e promuovere i diritti umani. Questo principio guida la mia attività quotidiana e i miei progetti internazionali, volti a garantire dignità e tutela ai soggetti più vulnerabili.

Una vita dedicata ai diritti umani internazionali e al momento la vediamo impegnata in un progetto legislativo mirato a difendere e promuovere i diritti umani delle donne vittime di violenza in paesi che non offrono adeguate protezioni legali. Quale attività svolge su questo versante?
Nel mondo una donna su tre è vittima di violenza, con paesi in cui omicidi d'onore, prostituzione forzata e fustigazioni sono purtroppo all'ordine del giorno. Attualmente, il sistema di asilo definito dai trattati internazionali non riconosce il genere come motivo legittimo per richiedere protezione, lasciando milioni di donne vulnerabili senza una via di fuga. Negli ultimi due anni, ho dedicato ogni sforzo alla stesura di una risoluzione legislativa per includere il genere come base riconosciuta per l'asilo, cercando di colmare questa lacuna e offrire una speranza concreta a chi è in fuga da tali atrocità. Ad agosto questa risoluzione ha ottenuto l'endorsement ufficiale dell'American Bar Association (ABA), la più grande organizzazione professionale al mondo per avvocati e giudici. A breve intendo portare tale proposta al Congresso affinché diventi legge. Il mio obiettivo è cambiare le attuali leggi e regolamentazioni statunitensi, eliminando le barriere giuridiche che impediscono alle donne vittime di violenza di ottenere protezione. Sto perorando questo progetto anche a livello internazionale, con l’obiettivo di emendare il Protocollo delle Nazioni Unite del 1967 e creare una protezione uniforme e globale per le donne vittime di violenza. Questo cambiamento permetterà alle donne in pericolo di vita di sfuggire a regimi che negano i loro diritti umani fondamentali, offrendo una via di fuga verso una vita dignitosa e sicura.

Di recente ha organizzato la Conferenza internazionale sulla violenza di genere presso il Tribunale di Milano, dove si è discusso delle sfide attuali e delle opportunità future in materia di diritti umani e riforme legislative. Quali sono stati gli esiti di tale evento?
La Conferenza tenutasi il 9 luglio di quest'anno presso il Tribunale di Milano e organizzata in collaborazione con la New York State Bar Association e l'Ordine degli Avvocati di Milano ha messo in luce la critica condizione delle donne a livello globale e l'urgente bisogno di una cooperazione internazionale. Ha evidenziato l'urgenza di standardizzare le norme sulla violenza di genere nei tribunali internazionali e di monitorare il rispetto della Convenzione CEDAW. Sono state discusse le sfide legislative in Italia, come il Decreto Legislativo 149/2022 che introduce misure di protezione avanzate per le vittime. Inoltre, si è parlato della necessità di formazione specifica per i giudici e della creazione di Centri anti violenza. Tra i relatori, Fabio Roia, presidente del Tribunale di Milano, Giuseppe Ondei, presidente della Corte di Appello di Milano, e Rula Jebreal, giornalista ed esperta di geopolitica e diritti umani: tutti hanno offerto contributi significativi. Abbiamo anche avuto la toccante testimonianza di Consolee Nishimwe, sopravvissuta al genocidio del Rwanda.

Parliamo di personal branding. Quale importanza riconosce alla comunicazione nel suo lavoro? Come costruisce la strategia di comunicazione?
La comunicazione oggi riveste un ruolo fondamentale per ogni professionista. È essenziale comprendere il proprio pubblico e selezionare con cura i canali di comunicazione più appropriati. Per me, è cruciale utilizzare piattaforme che rispecchino la mia identità professionale. Prediligo l'uso di piattaforme professionali. Scrivo regolarmente per pubblicazioni legali, trattando degli sviluppi e delle sfide nel campo del diritto internazionale e dei diritti umani. L'anno scorso ho tenuto un TEDx Talk sulla violenza di genere e sul progetto legislativo a cui sto lavorando. TED è un buon esempio di "canale selezionato": una conferenza globale che ospita esperti di vari settori che condividono idee innovative e stimolanti, particolarmente adatta ai professionisti poiché permette di raggiungere un pubblico più ampio pur mantenendo un canale formale. La mia posizione sul tema "personal branding" è che serve una strategia di comunicazione ben orchestrata, che utilizza canali professionali e mirati; questo è fondamentale per costruire un personal brand forte e coerente, ma comunque in linea con la propria missione e i propri valori.

Ci può anticipare qualcuno dei progetti futuri ai quali sta lavorando?
Oltre al progetto legislativo già menzionato, sono impegnata nella realizzazione di un documentario. Questo progetto, attualmente in fase di sviluppo, prevede interviste ad alcune delle mie clienti che hanno vissuto esperienze drammatiche nei loro paesi d'origine. Attraverso testimonianze e spezzoni delle udienze in tribunale, si offrirà al pubblico una visione reale di queste problematiche, al di là della retorica giuridica. Il progetto coinvolge produttori e sceneggiatori di Hollywood di altissimo livello e una famosa attrice che condurrà le interviste e presterà la sua voce alla narrazione. Stiamo finalizzando gli accordi e, pur non potendo svelare tutti i dettagli, posso assicurare che sarà un'opera di straordinario valore, destinata a sensibilizzare e ispirare cambiamenti positivi. Questo documentario rappresenta un'estensione della mia missione di promuovere i diritti umani, offrendo una piattaforma per dare voce a storie che meritano di essere ascoltate. Sono certa che, una volta completato, questo progetto avrà un impatto significativo e tangibile, sensibilizzando il pubblico e ispirando cambiamenti concreti nelle politiche e nella percezione sociale della violenza di genere.