Manovra, allo studio norme per lavoro e famiglie: verso il taglio dell'Irpef sotto i 50mila euro
Le linee guida saranno stabilite nel vertice di venerdì Meloni-Salvini-Tajani. Poi c'è lo snodo finanziario. Si pensa a riproporre il taglio del cuneo e ad estendere il bonus mamme anche alle lavoratrici con partite Iva
Sostenere i redditi dei lavoratori, con il taglio del cuneo e quello dell'Irpef, con la riduzione delle aliquote che, se si riusciranno a trovare altri 2,5 miliardi di risorse rispetto al passato, potrebbe essere estesa anche per i redditi fino a 50-60mila euro. E' uno dei punti centrali della Manovra su cui è al lavoro il governo Meloni. In agenda ci sono poi interventi che puntano a favorire la natalità e che partono dalla conferma dei bonus mamme, che saranno allargati dalle lavoratrici dipendenti alle partite Iva.
Irpef-Ires, verso il Bonus Befana -
Inoltre, anche se non fa parte della Manovra, è in arrivo in Parlamento a settembre il decreto delegato su Irpef-Ires: riorganizza queste due imposte per alcuni aspetti tecnici, ma soprattutto prevede l'arrivo a gennaio del Bonus Befana di 80 euro per i redditi più bassi, in attesa a regime di un intervento che alleggerirà le tasse sulle tredicesime.
Manovra e linee guida -
In vista della Manovra, i ministri stanno lavorando alle proposte per trovare i nodi su cui risparmiare e a questo scopo stanno incontrando i loro uffici tecnici. Ma prima del varo bisogna superare due diversi step. Il primo snodo è politico e riguarda la definizione delle linee guida, che saranno al centro del confronto previsto venerdì tra Giorgia Meloni e i due vicepremier, Matteo Salvini e Antonio Tajani. In questo vertice lavoro e figli saranno i capisaldi.
Nodo finanziario -
Il secondo passaggio è finanziario: il quadro sarà definito nel Piano strutturale di bilancio. Si tratta di un nuovo documento per definire l'aggiustamento settennale richiesto dalle nuove regole Ue sui conti: un aggiustamento che vale circa 10 miliardi l'anno e che l'Italia ha già considerato nelle previsioni inserite ad aprile nel Documento di economia e finanza. Il nuovo documento, il Psb appunto, arriverà a Bruxelles intorno al 20 settembre, ma prima sarà definito a metà mese e poi portato all'esame del Parlamento, che dovrà approvarlo con alcune risoluzioni. L'iter di avvicinamento alla Manovra cambia: scompare la Nadef, cioè la Nota di aggiornamento del Def che contiene le nuove stime macroeconomiche. Ma soprattutto cambiano anche i contenuti con i nuovi indicatori previsti dall'Ue che cambieranno i contenuti, soprattutto nelle tabelle programmatiche. Nel caso dell'Italia, indicheranno il percorso per sette anni, anche se ogni anno potranno essere aggiornate.
Verso taglio cuneo e Irpef -
Sarà questo il quadro economico in cui il ministro dell'Economia Giancarlo Giorgetti intende muoversi. La Manovra, anche grazie al buon andamento delle Entrate, non sarà certo lacrime e sangue. Per ora si stimano interventi per 23 miliardi di euro. Sulla riproposizione del taglio del cuneo, che vale poco meno di 10 miliardi, il primo intervento Irpef, stimato intorno ai 4 miliardi. Un ulteriore taglio, questa volta per l'aliquota Irpef che è ora al 35%, che si applica fino ai 50mila euro, costerebbe 1,1-1,2 miliardi per punto percentuale. L'intervento, che si ipotizza di due punti e quindi varrebbe sui 2-2,5 miliardi, è legato al successo del concordato preventivo biennale: i dati arriveranno però a fine ottobre, dopo il varo concreto della Manovra, e quindi sarà un decreto collegato a portare eventuali buone notizie per i contribuenti.
Bonus mamme lavoratrici -
Quanto al capitolo famiglia, il bonus per le mamme lavoratrici con due figli vale solo fino a dicembre: sarà esteso e applicato anche alle donne che lavorano con partita Iva. Ma non si escludono altri interventi per sostenere la genitorialità e per contrastare la denatalità.
Pensioni -
Il capitolo pensioni è quello su cui si ipotizzano interventi, ma solo dopo aver affrontato le priorità e le cosiddette spese indifferibili, come le risorse per il rinnovo dei contratti pubblici. Al momento Quota 103 non ha ricevuto grandi adesioni e l'intenzione sarebbe quella di riproporla, insieme alle altre misure: l'opzione Donna, l'Ape sociale, la decontribuzione (il cosiddetto bonus Maroni) per chi rimane al lavoro dopo la scadenza dell'età pensionabile. Si valuta anche l'introduzione di una certa obbligatorietà per i versamenti del Tfr nei fondi pensione e l'allungamento delle finestre per chi va in pensione in anticipo. Più difficile che possano arrivare norme come Quota 41, molto voluta dalla Lega. Ma il confronto è appena cominciato.