I NUMERI

Ue: il 75% dei videogiocatori è maggiorenne, secondo un nuovo studio

L'età media dei giocatori si attesta sui 31 anni, mentre la forza lavoro complessiva aumenta del 6,7% e raggiunge quasi 115mila posti di lavoro

© Ufficio stampa

Il settore dei videogiochi, così come quello della tecnologia, è in rapida espansione. Nonostante la crisi che ha colpito vari studi negli ultimi mesi, con numerosi licenziamenti e team di sviluppo che hanno chiuso i battenti, gli amanti dei videogame continuano a crescere: è ciò che emerge da un nuovo studio europeo, che evidenzia come il 75% dei videogiocatori sia costituito da adulti, con un'età media di 31 anni.

La piattaforma Video Games Europe e l'ente European Games Developer Federation (EGDF) hanno pubblicato una nuova analisi, intitolata "2023 All About Video Games - European Key Facts", chiamata a fornire un quadro completo e definitivo registrato nel vecchio continente dal settore dei videogiochi fino alla fine del 2023.

I dati hanno rivelato che il 53% degli utenti europei gioca ai videogiochi e che la forza lavoro complessiva nell'area europea è aumentata del 6,7%, raggiungendo circa 115mila posti di lavoro. Numeri che, verosimilmente, sono destinati a calare nello studio del prossimo anno, quando i dati prenderanno in considerazione i numerosi licenziamenti avvenuti nel 2024.

Anche il fatturato è aumentato del 5%, raggiungendo i 25,7 miliardi di euro prendendo in considerazione i cinque mercati principali (Francia, Germania, Italia, Spagna e Regno Unito), mentre l'occupazione femminile ha fatto registrare un incremento, con le donne che rappresentano il 24,4% della forza lavoro (un aumento dell'1,3% rispetto al passato).

Lo studio ha anche confrontato le tendenze dei videogiochi dal 2022, confermando che il 46% dei giocatori gioca su PC (un calo del 2% rispetto al 2022), il 56% gioca su console (calo del 3%) e il 68% degli intervistati ha dichiarato di giocare su smartphone o tablet (calo dell'1%), mentre il tempo di gioco è rimasto costante rispetto al passato.

Le fonti di guadagno per dispositivo ammontano al 41% per le console, smartphone e tablet (calo dell'1% rispetto al 2022), al 14% per i computer (aumento del 2% rispetto al 2022) e al 3% per i servizi on demand e streaming (invariato rispetto al 2022).

"Il nostro nuovo studio evidenzia la crescita e la vivacità del settore europeo dei videogiochi grazie al coinvolgimento della base di giocatori", dichiara Hester Woodliffe, presidente di Video Games Europe. "Mentre il nostro settore dinamico cresce ed è leader nell'innovazione e nella creatività digitale, gli Stati membri dell'Ue devono creare una solida strategia a lungo termine per sviluppare talenti. Affrontare il divario di competenze, sostenere gli insegnanti e incoraggiare le ragazze a partecipare ai programmi STEAM (Science, Technology, Engineering, Arts and Mathematics) sono passi fondamentali. Investire in competenze, formazione e politiche di educazione al gioco sosterrà un settore competitivo e fiorente".

"Investire per coltivare la proprietà intellettuale e liberare il pieno potenziale delle piccole e medie imprese europee del settore dei videogiochi attraverso l'innovazione, l'avviamento e il sostegno alla produzione, favorirà un'ulteriore crescita", aggiunge Hendrik Lesser, presidente di EGDF. "Ciò contribuirà a sbloccare l'innovazione e a rispettare l'importanza del ruolo delle PMI all'interno dell'infrastruttura europea di sviluppo dei videogiochi".