"L'insistenza di Forza Italia rischia di minare la stabilità dell'esecutivo". Il capogruppo della Lega al Senato, Massimiliano Romeo, interviene sul tema dello Ius Scholae (la proposta di legge) dopo le aperture di Tajani e Piantedosi e il muro di Salvini. Per il capogruppo di Fratelli d'Italia alla Camera, Tommaso Foti, "nel programma di governo non c'è questo argomento e non c'è neanche nei singoli programmi dei partiti". Dunque "è legittimo discutere di questioni esterne al programma" ma "c'è il fondato dubbio che questo sia un argomento speculare dell'opposizione per creare confusione nella maggioranza".
"Sullo Ius Soli è bene ricordare come lo stesso Riccardi, allora ministro del governo Monti, ha svelato come tale argomento sia stato accuratamente evitato dalla sinistra al governo perché secondo alcuni esponenti del Pd avrebbe fatto perdere voti - ha osservato Foti -. Nelle due legislature precedenti lo Ius Culturae venne approvato alla Camera nel 2015 e poi nel 2017 venne affossato in Senato. Nella passata legislatura, invece, iniziò la discussione sullo Ius Scholae alla Camera che si arenò con la rottura frontale della maggioranza che sosteneva il governo Draghi". "La declinazione dello Ius Scholae del Pd vede tre proposte una diversa dall'altra, di cui non è mai stata richiesta calendarizzazione - ha concluso il capogruppo FdI alla Camera -. Non c'è un terreno chiaro su come l'opposizione voglia affrontare il tema".
FI apre allo Ius Scholae, la Lega frena -
Nella maggioranza, se da un lato FdI ha allontanato il dibattito sull'argomento escludendolo dal programma di governo e la Lega ha ribadito il suo "no", il ministro degli Esteri Antonio Tajani invece ha promosso lo Ius Scholae, a differenza dello Ius soli. In questo caso lo status di cittadino italiano potrebbe essere riconosciuto ai minori stranieri che faranno "un percorso di studi completo", è la traccia di una proposta di legge su cui FI si confronterà a settembre. Ha tirato il freno a mano sul tema Salvini: "Non è una priorità, non è nell'agenda di governo", ha ribadito.
Categorico, il vicepremier l'ha archiviata a "un'idea legittima di FI e tale rimarrà", perché "una legge che funziona non si cambia". E infine ha escluso che FI voti con il Pd e con i 5 Stelle su temi legati all'immigrazione. Resta quindi alta la tensione su una legge tornata d'attualità dopo le performance olimpioniche delle atlete italiane di seconda generazione, e che anni fa si arenò al Senato nel tentativo di modificarla verso un cosiddetto "Ius Temperato". Quella era una variante al principio classico dello Ius soli, per cui la cittadinanza passa dal luogo in cui si nasce. Un traguardo che tenta ancora il Pd, almeno la vecchia guardia. Ma da cui si è smarcato nettamente il M5s di Giuseppe Conte.
Tajani: "Sullo Ius Scholae non impongo, ma non voglio imposizioni" -
Il vicepremier, leader di Forza Italia e ministro degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale, Antonio Tajani, tornando sullo Ius Scholae ha ribadito arrivando al Meeting di Rimini: "Abbiamo la nostra opinione, come su altri punti che non sono nel programma di governo e che vengono sottolineati da altri alleati: ne parliamo. Però non è che perché un tema non è nel programma di governo non se ne può parlare. Ognuno ha diritto dire: io non impongo niente a nessuno, ma non voglio neanche che nessuno imponga qualche cosa a me, quindi sono libero di parlare".
"Essere italiano non è legato a sette generazioni -
""Essere italiano, essere europeo, ed essere patriota non è legato a sette generazioni, ma a quello che sei tu", ha sottolineato Tajani intervenendo al Meeting di Rimini. "Non sono né un pericoloso sovversivo né un estremista di sinistra, ma dico che bisogna guardare alla realtà per quella che è. Io insisto sulla formazione, sull'identità, sulla cultura, perché se tu accetti di essere europeo nella sostanza, sei italiano ed europeo non perché hai la pelle bianca, gialla, rossa o verde, ma perché dentro di te hai quelle convinzioni, perché vivi quei valori".
La Lega rilancia un video di Berlusconi, l'alt di Tajani -
Intanto la Lega ha rilanciato sui propri social un video di Silvio Berlusconi in cui si diceva contrario allo Ius Soli. "Ascoltate le parole - inequivocabili - del grande Silvio. Ius Soli e Ius Scholae? No, grazie", si legge nel post. Il video riporta un' intervista di Berlusconi: "No lo Ius soli, noi non lo vogliamo. I trafficanti avrebbero un argomento forte per dire: 'In Italia si ha la cittadinanza facile'. Dopo cinque anni di ciclo scolastico? Bisogna vedere... alcuni vogliono la donna segregata, alcuni odiano i cristiani. Non possiamo dargli cittadinanza solo perché hanno frequentato la scuola". Immediato l'alt di Tajani: "Io non faccio polemiche. Credo di conoscere bene il pensiero di Berlusconi e non credo che debba essere utilizzato per fare polemiche politiche".
"Io non ho fatto polemica politica e non intendo farla con nessuno. So quello che lui diceva, Berlusconi si riferiva a un corso di studio di 5 anni. Noi diciamo che serve un corso di studio completo, cioè la scuola dell'obbligo fino ai 16 anni non con la semplice iscrizione ma con il raggiungimento del titolo che dimostri di fatto la conoscenza e lo studio della cultura italiana. Questa è una linea che garantisce molta più integrazione di quella che è prevista dalla legge attuale, che dice che a 18 anni puoi diventare cittadino italiano", ha concluso Tajani.
Romeo (Lega): "Fatica a comprendere insistenza" -
"Lo ius scholae non è nel programma elettorale di centrodestra, non è una priorità e non è nell'agenda di governo quindi è chiaro che si fatica a capire i colleghi di Forza Italia. L'insistenza di Tajani non è che infastidisce tanto la Lega, che ha una sua posizione chiara e ribadisce il suo no, ma visto che offre una sponda alle opposizioni rischia di minare seriamente la stabilità del governo. Sinceramente facciamo fatica a comprendere a che pro". Lo ha detto il capogruppo della Lega al Senato, Massimiliano Romeo, intervenendo alla trasmissione '4 di sera' su Rete4.