CONDANNATA ALL'ERGASTOLO

La madre di Saman Abbas arrivata in Italia e trasferita nel carcere di Rebibbia

La donna a dicembre è stata condannata all'ergastolo dalla Corte di Assise di Reggio Emilia, per l'omicidio della figlia

La madre di Saman Abbas, arrestata il 31 maggio in Pakistan, è arrivata in Italia. Nazia Shaheen, 51 anni, è atterrata a Fiumicino verso le 14, dopo uno scalo a Istanbul. La donna, che è stata poi trasferita a Rebibbia in attesa del definitivo trasferimento in un carcere emiliano, a dicembre è stata condannata all'ergastolo dalla Corte di Assise di Reggio Emilia, per l'omicidio della figlia. Era latitante dal primo maggio 2021, il giorno in cui era tornata in patria da Novellara. Un anno fa è stato consegnato all'Italia il marito, Shabbar Abbas, anche lui condannato all'ergastolo in primo grado.

Dopo lo sbarco, nella massima riservatezza, la 51enne è stata presa in consegna dagli operatori della polizia giudiziaria della Polaria di Fiumicino aeroporto per espletare le formalità di rito. 

Nordio: "Ora la giustizia può fare il suo corso" -

 "Con l'estradizione della madre di Saman Abbas, Nazia Shaheen, in Italia dopo essere stata arrestata in Pakistan a seguito di un mandato di cattura internazionale, si compie un fondamentale passo in avanti per il percorso di giustizia per la giovane diciottenne di origini pakistane barbaramente uccisa il primo maggio del 2021". Lo afferma in una nota il ministro della Giustizia, Carlo Nordio. La donna, condannata alla pena dell'ergastolo con sentenza di primo grado dalla Corte di assise di Reggio Emilia insieme al marito, era latitante dal primo maggio 2021, il giorno in cui era tornata in patria dopo l'omicidio della figlia.

Dopo mesi di richieste e attese il governo di Islamabad ha accolto la richiesta del ministero della Giustizia per l'estradizione in Italia della donna. "Si tratta di un risultato frutto di una intensa e proficua collaborazione del ministero della Giustizia con il ministero dell'Interno e il ministero degli Affari esteri e della cooperazione internazionale, che rappresenta un efficiente esempio di sinergia istituzionale a servizio della giurisdizione", osserva Nordio. "A nome del governo italiano - conclude il Guardasigilli - voglio ringraziare le autorità pakistane per aver compreso l'importanza per il nostro Paese di assicurare una piena risposta di giustizia per un delitto che ha sconvolto le nostre coscienze".

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