In alta val di non

Rumo (Trento), le campane disturbano i turisti emiliani: "Ferie rovinate"

Nel piccolo borgo in Trentino Alto Adige è nata una lite tra un gruppo di villeggianti di Reggio Emilia e l'amministrazione comunale del paesino

© Ansa

Le campane di un paesino in Trentino Alto Adige sono al centro di una lite tra un gruppo di turisti e l'amministrazione comunale del borgo. I villeggianti, provenienti da Reggio Emilia, si sono lamentati per i continui rintocchi del campanile della chiesa di San Lorenzo Martire a Rumo, in provincia di Trento, che scandiscono il tempo ogni mezz’ora con quattro colpi, anche nella fascia serale e in quella notturna. "Ci hanno impedito di proseguire la vacanza”, ha raccontato sui social un componente della comitiva. La vicenda è raccontata dal quotidiano locale IlT. Il gruppo è tornato in Emilia Romagna, ma la sindaca del borgo nell'alta Val di Non sta valutando di agire per vie legali per tutelare la propria comunità.

Le lamentele per il rintocco delle campane -

 Un gruppo di turisti emiliani aveva preso in affitto un appartamento a Rumo vicino alla chiesa di San Lorenzo nella frazione di Mione le cui campane suonano, anche di notte, ogni mezzora per un totale di 48 volte al giorno e 184 rintocchi. Il suono del campanile avrebbero impedito ai viaggiatori persino di dormire. Una dei villeggianti ha raccontato in un post sui social: "Ci hanno consigliato di tornare a casa nostra e di non farci più vedere in giro, aggiungendo sappiamo quali sono rivolto alle nostre auto. Non siamo riusciti a reggere, le campane hanno iniziato a intonare melodie mattutine, la stanchezza e la paura di subire danni, oltre a qualche imprevisto nell’alloggio, ci hanno impedito di proseguire la vacanza". La versione però è ben diversa da quella raccontata dalla parrocchia e dall'amministrazione comunale di Rumo e la vicenda ora rischia di finire in tribunale. 

La replica del Comune di Rumo -

 La sindaca di Rumo Michela Noletti ha spiegato di aver tentato una mediazione con il gruppo di turisti ma "non c’è stato però nulla da fare e sono persino stata minacciata a livello personale: mi hanno detto che sarebbero venuti sotto casa mia di notte. Per fortuna, avendo capito che la situazione stava degenerando, mi sono recata sul posto con i carabinieri che potranno testimoniare quanto accaduto". "So di essermi comportata con onestà quindi le offese personali mi scivolano addosso - ha aggiunto - ma non tollero che una vicenda venga strumentalizzata per aggredire un’intera comunità, caratterizzata da sempre dai valori del rispetto e dell’accoglienza. È la prima volta che a Rumo succede una cosa del genere e in paese sono tutti sgomenti, anche i tanti turisti che da anni scelgono la nostra località per trascorrere le proprie vacanze". "Come comunità non abbiamo mai negato a nessuno l’aiuto, cercando sempre di far star bene chi sceglie il nostro paese – sono le parole di Giovanni Bertolla del Consiglio affari economici della parrocchia – ma quando qualcuno vuole imporre la propria volontà con le cattive maniere, mi sembra evidente che non possa trovare disponibilità dall’altro lato. Il fatto che questi turisti si siano portati con sé per le ferie persino il fonometro, mi fa pensare che l’unico intento fosse da principio quello di fare polemica e denigrare la nostra piccola comunità".

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