È stato firmato l'accordo quadro per la salvaguardia dei lavoratori ex Blutec e il rilancio dello stabilimento ex Fiat di Termini Imerese. L'intesa è stata raggiunta tra la Regione Sicilia, il ministero dello Sviluppo Economico, l'Inps, le principali organizzazioni sindacali e l'azienda Pelligra, che si è impegnata a guidare il processo di reindustrializzazione del sito. Il ministro Adolfo Urso ha parlato di "svolta storica", sottolineando che "si sono messi in salvo tutti i 540 lavoratori".
L'accordo quadro - condiviso da ministero, Regione, Inps e sindacati - avvia di fatto la fase di rilancio della fabbrica ceduta con un a gara pubblica nei mesi scorsi alla Pelligra Italia dai commissari straordinari che hanno gestito l'area industriale per cinque anni dopo l'arresto del patron di Blutec Roberto Ginatta che aveva rilevato lo stabilimento nel 2015 per la cifra simbolica di 1 euro per poi mettere le mani su 16,5 milioni di fondi pubblici. Una vertenza lunga 13 anni con gli operai in perenne cassa integrazione e un intero comprensorio che adesso sogna la ripresa dopo la profonda crisi seguita alla scelta della Fiat di Sergio Marchionne di abbandonare la fabbrica nel 2011.
L'intesa prevede l'assunzione nella Pelligra Italia di 350 lavoratori, ai quali sara' garantita la possibilità di accedere al piano di riqualificazione e formazione professionale utile per l'attuazione del piano industriale della società che fa riferimento all'imprenditore italo-australiano. Gli altri 190 operai, rimanendo in capo all'amministrazione straordinaria, potranno beneficiare dell'isopensione a partire dal primo gennaio 2025.
Il ministro Urso ringrazia le forze sindacali "per aver creduto nell'azione del governo" e assicura che "nessuno resterà indietro". "Termini Imerese sarà un modello di quel che insieme faremo in questa legislatura per riaffermare il ruolo dell'impresa e del lavoro italiano - afferma il ministro - Sin dal primo giorno della legislatura ci siamo impegnati tra molti scetticismi e qualche incomprensione, per imprimere una svolta in quello che era considerato il simbolo della crisi industriale del Paese, con oltre dodici anni di cassa integrazione, ma ci siano riusciti anche grazie al supporto del presidente della Regione, Renato Schifani".
Per il presidente siciliano "fondamentale è stata la riprogrammazione del piano per l'occupabilità in Sicilia, approvata nel corso dell'ultima giunta, che destina 30 milioni di euro del Fondo sociale europeo per la chiusura della vertenza; risorse che saranno utilizzate per l'accompagnamento all'esodo di quanti non transiteranno nel gruppo Pelligra e per la riqualificazione dei 350 lavoratori che saranno, invece, impiegati nello stabilimento".
Soddisfatti i sindacati. "È un ottimo risultato perché abbiamo sempre sostenuto la necessità di non lasciare solo nessuno; si chiude una vertenza tra le più lunghe e complicate nella storia delle crisi aziendali", dicono Samuele Lodi, coordinatore nazionale Fiom-Cgil settore mobilità, e Roberto
Mastrosimone della Fiom nazionale. "Finalmente è possibile attuare il percorso che auspicavamo", aggiungono Marco Giglio, coordinatore della Fim Cisl nazionale, e Antonio Nobile, segretario generale Fim Palermo-Trapani.
"Oggi si mette finalmente fine, alle false promesse che durano da ben 13 anni. - sottolinea Edy Tamajo, assessore alle Attività produttive in Sicilia - Questo accordo non è solo una vittoria per i lavoratori, ma un passo importante per il rilancio economico della nostra Sicilia".