Non si danno pace Paola Carnemolla e Salvo Lantieri, i genitori del bambino morto dopo essere caduto in un pozzo artesiano a Palazzolo Acreide (Siracusa). La famiglia, per la prima volta dopo la tragedia, ha parlato a "Pomeriggio Cinque News" puntando il dito contro le modalità con cui il bambino è stato soccorso.
"Voglio giustizia per mio figlio - esordisce la madre di Vincenzo Lantieri al programma di Canale 5 -. Sono accadute tante cose, viene solo il vomito per quello che hanno fatto". Secondo la madre, i soccorsi non sarebbero stati adeguati: "Dopo mezz'ora piena sono arrivati i soccorsi, lo hanno lasciato lì dentro e non hanno fatto tutto il possibile", ha aggiunto. Le fa eco il marito: "Quel giorno non avevano le attrezzature, non erano idonee quelle persone per quel lavoro".
Per Carnemolla, sono troppi i punti di domanda sulla vicenda: "Voglio sapere perché hanno salvato prima l'educatrice e poi nostro figlio. Lui ci chiamava, era vivo. Oggi poteva essere qui - ha detto, spiegando anche di non essere a conoscenza dei pericoli che il figlio poteva correre in quella fattoria didattica -. Non era un luogo idoneo per portare dei bambini. Quel giorno poteva essere una strage: voglio sapere chi ha firmato l'autorizzazione per portare a giocare dei bambini in quel pozzo".
Il padre di Vincenzo, aggiunge che il pozzo non era segnalato: "C'era una copertura improvvisata, non era recintato. I bambini giocavano nelle giostrine vicine al pozzo.In base alla profondità del pozzo il bambino si poteva salvare, il bambino poteva uscire da là". Infine, la madre non ha voluto parlare dello scambio avuto con la soccorritrice, che aveva provato a calarsi nel pozzo per salvare Vincenzo: "Ho parlato all'educatrice, ma lasciamo stare questo discorso. Sono arrabbiata, addolorata. Io, mio marito e miei figli stiamo soffrendo. Sapevo che lo portavano in piscina e in una fattoria didattica".