Il presidente della Repubblica Sergio Mattarella promulga il disegno di legge Nordio, quello che contiene, tra l'altro, anche l'abrogazione del reato di abuso d'ufficio e la rimodulazione del traffico d'influenze. La firma è arrivata in extremis, nell'ultimo dei 30 giorni che aveva a disposizione il Capo dello Stato, che ha messo fine così alla polemica, portata avanti, anche sui social, dal centrodestra sul "ritardo". Resta caldo, invece, il tema carceri con il vicepresidente della Camera Giorgio Mulè, che invita FI a "indicare la strada", al resto della maggioranza, verso un "reale garantismo" e una soluzione più concreta contro il sovraffollamento carcerario.
Da abuso d'ufficio a intercettazioni, il ddl Nordio -
Sono otto gli articoli del disegno di legge che porta il nome del Guardasigilli Carlo Nordio e propone una significativa riforma del codice penale, del codice di procedura penale e dell'ordinamento giudiziario. Ecco i punti principali.
- ABROGAZIONE DELL'ABUSO D'UFFICIO: viene abolita la norma del codice penale (art.323) che punisce il pubblico ufficiale che violando consapevolmente leggi, regolamenti o l'obbligo di astensione, cagiona un danno ad altri o si procura un vantaggio patrimoniale. Nel 2020 questo articolo era stato modificato specificando che il reato non si poteva configurare in presenza di margini di discrezionalità amministrativa nell'adozione di un provvedimento. Ora questa disposizione viene cancellata del tutto. Nel frattempo, però, il governo, con il decreto Carceri, ha reintrodotto una parziale copertura penale per gli abusi patrimoniali dei pubblici ufficiali. E si prevede la pena da 6 mesi a 3 anni per chi, sempre che non residuino margini di discrezionalità amministrativa nel provvedimento, danneggia terzi o si avvantaggia destinando somme di cui è in possesso a finalità diverse da quelle previste dalla legge. Si tratta di quello che prima del 1990 era detto "peculato per distrazione".
- MODIFICHE AL TRAFFICO DI INFLUENZE: Si restringe l'ambito di applicazione di questo reato. La mediazione viene ritenuta illecita se finalizzata a far compiere un reato a un pubblico ufficiale. Si elimina l'ipotesi della "millanteria" e restano le condotte più gravi. Sul piano sanzionatorio, aumenta il minimo edittale della pena: da un anno e 6 mesi a 4 anni e 6 mesi.
- INTERCETTAZIONI E TUTELA DEL TERZO ESTRANEO: Non dovranno essere riportate le conversazioni e i dati relativi a soggetti non coinvolti dalle indagini, se non considerati rilevanti per il procedimento. E nella richiesta di misura cautelare del pm e nell'ordinanza del giudice non dovranno essere indicati i dati personali dei soggetti diversi dalle parti, salvo che ciò sia considerato indispensabile per l'esposizione degli elementi rilevanti. Il giudice dovrà quindi stralciare le intercettazioni che contengono dati relativi a soggetti diversi dalle parti, laddove non essenziali.
- INFORMAZIONE DI GARANZIA: nell'avviso dovrà essere contenuta una descrizione solo sommaria del fatto su cui si indaga. La consegna dell'atto dovrà avvenire in modo di garantire la riservatezza del destinatario.
- CONTRADDITTORIO E MISURE CAUTELARI: Il giudice dovrà procedere all'interrogatorio dell'indagato prima di disporre la misura cautelare, previo deposito degli atti, con facoltà della difesa di averne copia. L'indagato potrà così avere la possibilità di una difesa preventiva, prima di eventuali misure come la custodia cautelare in carcere.
- COLLEGIALITÀ E MISURE CAUTELARI: Introduzione di un organo collegiale, formato da 3 giudici, per l'adozione dell'ordinanza di custodia cautelare in carcere che attualmente è invece sempre disposta dal giudice monocratico (per consentire le necessarie assunzioni, l'entrata in vigore è differita di due anni). La collegialità è prevista solo in fase di indagini ed è estesa anche alle pronunce di aggravamento della misura cautelare e all'applicazione provvisoria delle misure di sicurezza detentive ma non quando la misura è adottata durante le procedure di convalida di arresto o fermo.
- LIMITI ALL'APPELLO: Limitazione alla possibilità per il pm di proporre appello contro le sentenze di assoluzione di primo grado. Il provvedimento non riguarda i reati più gravi.
- ETÀ DEI GIUDICI POPOLARI IN CORTE D'ASSISE: Il requisito massimo è fissato a 65 anni e deve sussistere soltanto al momento della nomina.
Abrogato il reato dell'abuso d'ufficio, in vigore quello di peculato per distrazione -
Il ddl messo a punto dal ministro Carlo Nordio che prevede, oltre a una stretta sulle intercettazioni, anche la decisione collegiale (3 giudici invece di uno) per la custodia cautelare in carcere, era stato approvato in via definitiva il 10 luglio ed era stato criticato dalla commissione Ue: l'abrogazione del reato, aveva spiegato il portavoce per la Giustizia Christian Wigand, "può pesare su lotta alla corruzione".
Così, per correggere il tiro ed evitare eventuali procedure di infrazione in arrivo da Bruxelles, la maggioranza ha introdotto nel decreto Carceri, promulgato dal Capo dello Stato non appena licenziato dal Parlamento, il reato di "peculato per distrazione". In ogni caso, il presidente della Repubblica, secondo quanto si apprende, si sarebbe preso tutto il periodo previsto dall'articolo 73 della Costituzione, cioè un mese, per evitare che si abolisse l'abuso d'ufficio prima che entrasse in vigore proprio questo nuovo tipo di peculato che, a detta del centrodestra, potrebbe mitigare almeno in parte la cancellazione dell'abuso d'ufficio.
Esulta la maggioranza: "L'abuso d'ufficio è una norma incriminatrice desueta e dannosa, percepita dagli amministratori e dai funzionari pubblici come la causa di una esposizione a un rischio elevato di responsabilità penale - spiega da FI Pietro Pittalis - rappresenta un ostacolo alla ripresa del Paese con un costo di circa il 2% del Pil". Non solo. Dopo aver risolto così quello che veniva definito, dai sindaci, il problema della "paura della firma", Forza Italia prepara un'altra battaglia.
"Siamo ora impegnati - assicura Pittalis - a intervenire a una modifica della legge Severino per evitare, in barba al principio di presunzione di innocenza, che gli amministratori pubblici condannati in primo grado debbano essere sospesi dalle funzioni". Di segno opposto il parere dell'Anm. L'abrogazione è "una scelta dannosa - commenta il segretario generale Salvatore Casciaro - lascerà il cittadino più solo e indifeso di fronte alle angherie dei pubblici ufficiali".
Critiche dall'Anm -
La cancellazione del reato di abuso d'ufficio, contenuta nel ddl Nordio promulgato dal presidente della Repubblica, è "una scelta dannosa, direi. E l'introduzione del peculato per distrazione (prevista nel dl Carceri, ndr) è servita solo a evitare di incorrere in una procedura di infrazione per contrarietà alla disciplina europea, cosa che l'Anm aveva peraltro più volte segnalato". Così il segretario generale dell'Associazione nazionale magistrati, Salvatore Casciaro.
"Per giustificare l'abrogazione del reato di abuso d'ufficio è stato detto che c'erano molte indagini e pochissime condanne. Ma, focalizzare l'attenzione sul numero di condanne e non sul disvalore del fatto, è fuorviante. Non mi pare d'altronde che analogo approccio il governo abbia avuto per il nuovo reato anti-rave per il quale, dal dì della sua introduzione, ci sono stati pochissimi procedimenti e, a quanto consta, nessuna condanna", osserva Casciaro, affermando: "La verità è che l'abrogazione dell'abuso d'ufficio lascerà il cittadino più solo e indifeso di fronte alle angherie dei pubblici ufficiali. Alcune delle vittime proveranno forse a reagire censurando la legittimità degli atti amministrativi dinanzi ai Tar. Beninteso, se e quando potranno permetterselo, visti i rilevanti costi dei relativi giudizi. Chi non vorrà o non potrà farlo, si dovrà rassegnare invece al sacrificio dei propri diritti e delle proprie libertà".
Il commento del ministro Nordio -
"Mattarella ha firmato e non ne abbiamo mai dubitato. Anche perché i saggi consigli del Presidente sono sempre stati tenuti in altissima considerazione". Così il ministro della Giustizia Carlo Nordio, in una intervista a Il Giornale, risponde alla domanda se sia soddisfatto che Mattarella abbia firmato sia il provvedimento sulle carceri, sia l'abolizione dell'abuso d'ufficio. Sul fatto che molti giornali hanno scritto nei giorni scorsi che il Presidente non volesse firmare la norma sull'abuso d'ufficio perché non era d'accordo Nordio afferma: "Sono rimasto abbastanza sorpreso delle anticipazioni fantasiose, una vera e propria ragnatela di mitologia, diffuse in questi giorni. Io capisco le polemiche anche aspre della politica, ma noto da parte dell'opposizione e di una certa stampa una sorta di lucidità nei loro propositi costantemente mediocri: quelli di inventarsi conflitti inesistenti, per mettere in imbarazzo le più alte istituzioni dello Stato. E questo non va bene".
Resta il nodo carceri -
Sciolto il nodo "abuso d'ufficio", ad agitare la politica resta il tema carceri. Sono 66 i suicidi registrati da inizio 2024 e Carlo Nordio ha prospettato al premier Meloni nuove misure per arrivare a "soluzioni a breve e medio termine", puntando sul completamento della "copertura di organico per la magistratura di sorveglianza". A settembre il Guardasigilli parlerà dell'emergenza sovraffollamento anche con Mattarella, ma intanto è ancora una volta Forza Italia a pungolare l'esecutivo. "È ora di uscire da questa discarica giustizialista. Se il problema del sovraffollamento carcerario non riusciamo a risolverlo, allora che ci stiamo a fare al governo? - attacca il vicepresidente della Camera Giorgio Mulè su Il Foglio. - A febbraio, quando i suicidi erano 18, era un'emergenza. Adesso non lo è più. È la constatazione che siamo stati incapaci di gestire l'emergenza".