LA POLEMICA

Strage Bologna, bufera dopo le parole di Mollicone (FdI) | Schlein: "Meloni prenda le distanze"

Da Italia Viva al Pd a M5s si alzano le polemiche per l'intervista del presidente della Commissione Cultura

© ansa

Elly Schlein contesta duramente le parole del presidente della commissione Cultura Federico Mollicone sulla strage di Bologna (le sentenze definite "un teorema contro la destra") e attacca: "Ci voleva uno come lui, dopo due giorni del solito vittimismo di Giorgia Meloni, per confermare che nel suo partito c'è chi tenta di riscrivere la storia negando le responsabilità dei neofascisti accertate dalle sentenze. È molto grave che in questa triste giornata, a 50 anni dalla strage neofascista dell'Italicus, dai banchi istituzionali della destra di governo vi sia ancora il tentativo di inquinare la memoria di quella stagione mettendo in discussione le sentenze e criticando la magistratura. Cosa aspetta Meloni a prendere le distanze dalle gravissime parole di Mollicone, che si dimostra del tutto inadeguato a presiedere la commissione Cultura? Farà prevalere anche stavolta la ragione di partito?". 

L'attacco della segretaria Pd è uno dei tanti arrivati al deputato Mollicone dopo le sue parole pubblicate in un'intervista su La Stampa. Per il deputato di Fratelli d'Italia, le sentenze sulla strage del 2 agosto 1980 alla stazione di Bologna sarebbero "un teorema per colpire la destra". Il presidente della commissione Cultura contesta dunque la ricostruzione giudiziaria sulla matrice fascista di quell’attentato. "Non possiamo accettare come dogmi sentenze che non rispettano le garanzie di un giusto processo - ha detto -. È ora di farla finita con questa ipocrisia".

Secondo Mollicone, sarebbero dunque i giudici a voler riscrivere la storia: "Era chiaro dall’inizio del processo a Bellini, criminale conclamato e collaboratore dei servizi e del procuratore Sisti, e che mai ha avuto a che vedere con noi, che l’obiettivo di parte della magistratura fosse quello di accreditare il teorema per cui nel Dopoguerra gli Usa, con la loggia P2, il neofascismo e perfino il Msi avrebbero, con la strategia della tensione e le stragi, condizionato la storia repubblicana". 

Il deputato ha annunciato anche un'interrogazione per chiedere al ministro della Giustizia, Carlo Nordio, di lavorare su queste sue denunce. Lo scopo sarebbe "trovare la verità storica per tutti gli italiani". Quale sarebbe questa verità, secondo lui, in parte Mollicone lo ha spiegato nella stessa intervista: "Noi siamo quella destra che, non oggi, ma negli anni Settanta, ruppe con chi scelse il terrorismo. La storia di Bellini non c’entra con la nostra, e nemmeno mi interessa il suo curriculum giudiziario. Ma non posso non vedere l’operazione che i giudici hanno portato avanti e che lo ha reso la vittima di un teorema". A sostegno delle sue gravi accuse Mollicone dice pure che a sostegno delle sue parole ci siano le prove. 

Conte: da Mollicone parole gravissime, Meloni tace -

 "Anche oggi niente da fare: Meloni ha perso le parole mentre il suo fidato di partito, Mollicone (presidente della Commissione Cultura!) è arrivato addirittura a mettere in discussione le sentenze che parlano chiaro sulla matrice neofascista della strage di Bologna. Con parole gravissime ha calpestato in un colpo solo le sentenze, le Istituzioni, il rispetto per i familiari delle vittime e la memoria di un intero Paese. Un Presidente del Consiglio ci mette la faccia di fronte a tutto questo, non va a nascondersi". Lo
scrive su X il presidente del M5S Giuseppe Conte. 

"Gli strampalati argomenti con cui Federico Mollicone cerca di riscrivere la storia della strage di Bologna suscitano un misto di indignazione e di pena". Lo dice Raffaella Paita, senatrice di Italia Viva. Ma le parole di Mollicone non sono condivise anche dentro Fratelli d'Italia. Edmondo Cirielli, Coordinatore della Direzione Nazionale di Fratelli d'Italia: "Non condivido le affermazioni del collega e amico Mollicone, non perché conosca i fatti per poter avere un'opinione personale ma perché l'essere stato ufficiale dei Carabinieri mi ha insegnato che le sentenze passate in giudicato non si criticano, si applicano. Anche oggi da uomo delle Istituzioni penso che sia giusto questo atteggiamento e perciò non sono mai entrato in questo argomento in 30 anni di carriera politica e oltre 20 da parlamentare di Destra".

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