Durante la prima visita di Valeria Bartolucci al marito Louis Dassilva, in carcere a Rimini come indagato per l'omicidio di Pierina Paganelli, la polizia penitenziaria avrebbe sequestrato una lunga lettera in cui l'uomo chiederebbe scusa alla moglie "per quello che ha fatto". Il foglio, appallottolato e occultato in maniera superficiale, sarebbe stato rinvenuto dagli agenti durante le perquisizioni effettuate di prassi per le visite ai detenuti. Due le ipotesi che gli investigatori seguirebbero per spiegarne il contenuto.
La lettera, infatti, avrebbe una grossa valenza investigativa, secondo chi sta indagando sull'omicidio della 78enne testimone di Geova. Nel "pizzino" sequestrato dalla polizia penitenziaria, Louis Dassilva, 34enne senegalese in carcere da metà luglio, chiederebbe scusa alla moglie per quello che ha fatto. Il dato riveste importanza per le indagini visto che Dassilva, che si dichiara innocente per voce del suo difensore, l'avvocato Riario Fabbri. Anche Valeria Bartolucci si è sempre detta convinta dell'innocenza del marito. Ed è proprio lei che fornisce a Dassilva un alibi, sia pure parziale, come avrebbero valutato gli inquirenti.
Durante l'interrogatorio di garanzia davanti al gip, Vinicio Cantarini, il 34enne senegalese preferì fare scena muta. Nella lettera indirizzata alla moglie, invece, scriverebbe di provare vergogna e di essere dispiaciuto per ciò che ha fatto, ma anche di essere sicuro che la moglie sarà forte insieme a lui.
Intanto, Riario Fabbri, legale di Louis Dassilva, che rimane, dunque, l'unico indagato per l'omicidio di Pierina Paganelli, ha presentato istanza al Tribunale del Riesame personale per insussistenza dei gravi indizi di colpevolezza. Ai giudici della libertà, però, il difensore non ha chiesto che vengano bloccati i termini feriali e questo potrebbe far slittare l'udienza per un'eventuale scarcerazione di Dassilva a settembre. La sospensione feriale dei termini processuali avrebbe portato alla fissazione di un'udienza entro la prima metà di agosto, troppo poco tempo evidentemente per la difesa che tenterà con una perizia tecnica di smontare la principale prova in mano alla Procura, ossia il video di sorveglianza della farmacia di via del Ciclamino, che riprenderebbe l'indagato in un orario compatibile con l'omicidio ritornare verso il portone di casa.