INDUSTRIA NEL CAOS

Videogiochi: disastro in casa Bungie, oltre 200 sviluppatori licenziati

Stravolgimenti per lo studio di proprietà di Sony, che nonostante il successo dell'ultima espansione di Destiny 2 deve ridurre del 12% la sua forza lavoro

© Ufficio stampa

È un vero ciclone quello che si è abbattuto su Bungie: lo studio di Destiny 2 ha ufficializzato una nuova ondata di licenziamenti dopo i tagli di qualche mese fa, con 220 dipendenti che hanno perso il lavoro e circa 200 membri che saranno trasferiti ad altri studi di Sony, che aveva acquisito Bungie nel 2022. L'industria dei videogiochi, intanto, si scaglia contro l'amministratore delegato dell'azienda, Pete Parsons.

Oltre duecento sviluppatori, inclusi membri con anni di anzianità e dipendenti di ogni dipartimento dell'azienda, hanno perso il proprio posto di lavoro nelle scorse ore, in quella che è stata definita una mossa "difficile e dolorosa" dal leader dello studio di Bellevue.

Il 17% della forza lavoro dell'azienda, attualmente al lavoro su Marathon e su nuovi contenuti per lo sparatutto Destiny 2, si trova dunque senza un'occupazione dopo che la software house ha deciso di operare ulteriori tagli in seguito alla prima ondata di licenziamenti di qualche mese fa, che aveva già visto numerosi licenziamenti in varie aree dello studio. Bungie offrirà a coloro che sono stati colpiti dai licenziamenti una "generosa buonuscita", con bonus, copertura medica e altri vantaggi, ma ciò non ha impedito a ex-dipendenti, figure dell'industria videoludica e semplici appassionati di inondare di critiche la dirigenza dell'azienda con messaggi pubblici sui social media.

"Per oltre cinque anni, il nostro obiettivo è stato di lanciare giochi in tre franchise globali e duraturi", ha svelato Pete Parsons in un articolo pubblicato sul sito ufficiale di Bungie. "Per realizzare questa ambizione, abbiamo dato vita a diversi progetti di incubazione, ciascuno dei quali era composto da leader dello sviluppo provenienti dai nostri team esistenti. Alla fine ci siamo accorti che questo modello ha assottigliato troppo rapidamente il numero di talenti a disposizione, costringendoci a espandere le strutture di supporto del nostro studio più di quanto potessimo realisticamente sostenere dati i nostri due prodotti principali in sviluppo: Destiny e Marathon".

"Nel 2023, la nostra espansione si è scontrata con un ampio rallentamento dell'economia, una forte contrazione dell'industria dei videogiochi e gli obiettivi mancati dopo un'espansione non all'altezza delle aspettative, Destiny 2: L'Eclissi, oltre alla necessità di dare a La Forma Ultima e Marathon il tempo necessario per garantire la qualità che i nostri giocatori si aspettano e meritano a entrambi i progetti", prosegue Parsons. "Siamo stati troppo ambiziosi, abbiamo prosciugato i nostri margini di sicurezza finanziaria e abbiamo iniziato a operare in perdita".

"Quando la nuova traiettoria è diventata palese, sapevamo di dover cambiare rotta e ridurre la velocità, facendo tutto il possibile per evitare l'esito odierno", va avanti l'amministratore delegato. "Anche se i nostri team si sono impegnati a fondo per risolvere le difficoltà finanziarie, questi passi non sono stati sufficienti. Di conseguenza, oggi dobbiamo dire addio a talenti, colleghi e amici incredibili". Il riferimento non è solo ai 220 dipendenti licenziati, ma anche a circa duecento membri dello studio che saranno riassegnati ad alcuni team di Sony e della scuderia PlayStation per evitare una riduzione della forza lavoro ancora più ampia.

Ben 155 attuali dipendenti di Bungie, infatti, saranno trasferiti presso alcuni degli studi di Sony nei prossimi mesi, mentre altri 40 sviluppatori dello studio che stavano lavorando a un progetto in uno dei team di "incubazione" interni, saranno prelevati dall'azienda giapponese per formare un nuovo studio first-party PlayStation che darà vita a questo videogioco, ovvero un nuovo sparatutto ambientato in un universo fantascientifico inedito. Il progetto, definito "promettente" da Parsons, continuerà sotto l'egida di PlayStation in futuro.

Questi cambiamenti renderanno ancora più elevato la morsa di Sony su Bungie, che poco più di due anni fa aveva accettato l'acquisizione dal colosso nipponico a patto di mantenere la propria indipendenza: lo stesso Parsons ammette che l'intervento intensificherà l'integrazione all'interno della scuderia PlayStation, dopo che Sony ha lavorato incessantemente per individuare i professionisti che avrebbe potuto trasferire in altri studi interni. L'impressione è che, senza l'intervento della casa di Tokyo, la dirigenza di Bungie sarebbe stata costretta a ridurre la sua forza lavoro molto più del 17%, con circa 400 persone che avrebbero perso la propria occupazione. In totale, Bungie passa da oltre 1300 dipendenti a un totale di 850 sviluppatori al lavoro sui suoi progetti.

Tutto ciò nonostante l'ottimo riscontro nei confronti di Destiny 2: La Forma Ultima, considerata una delle migliori espansioni dello sparatutto e capace di far registrare numeri importanti al suo lancio, ma che nonostante il successo ha visto numerosi membri di spicco abbandonare il team poche settimane dopo la sua pubblicazione.

Segno di una pessima gestione dirigenziale che diventa sempre più evidente ogni giorno che passa, specialmente dopo che i fan hanno iniziato a "scavare" nella vita privata di Parsons: l'amministratore delegato è stato infatti accusato di aver speso 500mila dollari in auto d'epoca sin dalla prima ondata di licenziamenti dello scorso ottobre, portando molti fan a pretendere l'abbandono della guida di Bungie da parte di Parsons. Il leader ha momentaneamente reso privati i suoi profili sui social.