Il petto fasciato con le bende sul seno, i drenaggi ancora attaccati. Si mostra così Gaia Padovan nel suo ultimo post Instagram. Sui social, la giornalista Mediaset racconta che a maggio le è stato diagnosticato "un tumore al seno localmente avanzato con metastasi ai linfonodi". "Una notizia che ti annienta", scrive senza tanti giri di parole. Ma che ha deciso di condividere per lanciare un appello: "La prevenzione vi salva la vita! Non rimandate quella visita travolti dal turbinio ansiogeno della vita moderna".
"Ti diranno che milioni di persone attraversano questo incubo e che molti ce la fanno, ti diranno che sei una donna fortissima, che lo sei sempre stata. Ma tu sarai devastata. Scioccata. Incredula. Il tumore al seno è ancora oggi la prima causa di morte oncologica nella popolazione femminile. Giochi a dadi con la vita, ne sei consapevole ed è il panico". Inizia così il lungo racconto di Gaia Padovan. Che condivide sentimenti e stati d'animo provati da tutti coloro che conoscono la malattia: "Un po’ alla volta metabolizzi e smetti di domandarti perché proprio io con due bimbi splendidi e tante vite da vivere. Ma si va avanti, un passo alla volta, un giorno alla volta".
L'inizio delle cure e la chemioterapia -
"A 40 gg dall’intervento chirurgico mi attendono mesi di chemioterapia, radio e ormonoterapia", scrive ancora la giornalista Mediaset che ha già iniziato le sedute di chemio, la "temuta rossa". "Stavo male, malissimo. Mi sentivo avvelenata. Ho provato a resistere col caschetto che ghiaccia la testa a 3 gradi, tentativo per salvare i capelli, ma niente, non ci sono riuscita. Mi sono detta chissenefrega. Li perderemo, saremo meravigliose comunque, metterò la parrucca rosa che a Mediaset non mi pareva il caso, ricresceranno più belli e forti di prima".
Non è una sentenza di morte -
Dolore ma anche fiducia. Nonostante la diagnosi, la giornalista Mediaset è consapevole che "non è una sentenza di morte. Perché se ti affidi alla scienza e non perdi la speranza o la fede per chi ce l’ha, puoi farcela", puntualizza. Condividendo, poi, le sue "regole" per vincere la battaglia: "Prima regola: Non cadere nel tranello internet perché tu non sei statistica, un terzo stadio può voler dire tutto e niente, ogni storia è unica. Affidatevi completamente alla medicina. Noi veneti abbiamo la fortuna di avere una eccellenza sotto casa, lo IOV centro di ricerca e cura tra i migliori d’Italia. Che ringrazio infinitamente", sottolinea. Concludendo con un consiglio che vale più di qualsiasi farmaco: "Fatevi supportare: che sia la vicina di casa, l’amica di sempre, il sorriso di un estraneo. Perché lo stress uccide il corpo, l’ossitocina (abbracci e sorrisi) - e la ricerca - lo fanno rinascere".