Le dimissioni del presidente della Regione Liguria, Giovanni Toti, sono "un sconfitta della democrazia, fondata sulla separazione dei poteri". Lo ha detto il ministro della Giustizia, Carlo Nordio, in un'intervista al Messaggero. "L'espressione giustizia a orologeria non mi è mai piaciuta e non la condivido - ha spiegato Nordio -. Insisto invece nell'affermare che chi è legittimato da un voto popolare non ha solo il diritto, ma il dovere di restare in carica anche se sottoposto a un'indagine, che come tante altre può pure rivelarsi infondata".
"Non devolvere alla magistratura il potere di condizionare la politica" -
"In caso contrario, devolveremmo alla magistratura il potere di condizionare la politica, cosa che purtroppo è accaduta con tangentopoli, e anche dopo. Naturalmente posso comprendere che lo stress cui è sottoposto un indagato possa condurlo a scelte diverse". Nordio si è poi detto "perplesso quando una misura cautelare viene applicata dopo vari anni di indagine e soprattutto quando è 'à petits paquets', cioè con provvedimenti successivi a breve distanza l'uno dall'altro".
Abuso d'ufficio e sovraffollamento delle carceri -
Il Guardasigilli ha anche replicato sul rapporto sullo Stato di diritto della Commissione europea, secondo cui l'abuso d'ufficio potrebbe intralciare le indagini in materia di frode e corruzione: nessuna bocciatura, "il 14 giugno tutti gli Stati del Consiglio Giustizia e Affari interni hanno votato a favore della nostra formula. Hanno riconosciuto il merito dei nostri sforzi nella lotta, quella vera, alla corruzione". Per quanto riguarda il sovraffollamento delle carceri, sugli stranieri "stiamo lavorando giorno e notte per accordarci con gli Stati di provenienza per far scontare la pena a casa loro". E per i tossicodipendenti "la pena può esser scontata in strutture protette, non necessariamente carcerarie".
"Voci fantasiose su un mio approdo alla Consulta" -
Il governo, ha spiegato, è anche al lavoro per riformare l'uso dei Trojan: "Certo è uno strumento così invasivo che va limitato ai reati che mettono in pericolo la sicurezza dello Stato e l'incolumità pubblica, come terrorismo e mafia". Infine ha escluso un suo approdo alla Corte costituzionale: "Sono voci fantasiose. Tra l'altro, non credo nemmeno di averne i requisiti".