MezzoSangue è tornato e ha trasformato il suo "Musica Cicatrene", pilastro dell’hip hop underground, pubblicato nel 2012, in un vero album, ridandogli vita e una nuova veste, grazie anche alle produzioni curate interamente da G-laspada: "Attuale come 12 anni fa", spiega a Tgcom24 il rapper romano, che si esibirà sabato 28 luglio al Superaurora Music & Art Festival a Roma: "Attuale e inquietante".
Mixtape dai toni arrabbiati "Musica Cicatrene" riproduceva, dodici anni fa, esattamente come oggi, un quadro iper realistico della società, con una forte denuncia ad un capitalismo incontrollato, all'indifferenza sociale, alla cultura dell’apparenza e un inquietante sguardo al futuro.
Su Instagram il rapper ha presentato così il suo nuovo album, uscito il 19 luglio: "Quando iniziai a scrivere questo disco avevo 18 anni, dormivo su un letto di spugna rimediato da qualche parte, senza acqua calda, senza amici, annaffiavo semi d’odio mentre facevo due lavori, studiavo e contavo 32 centesimi per le lenticchie del Lidl.
Crescendo ho imparato che quei semi di odio sono ovunque, escono dalle ferite di qualcuno, a volte involontariamente, e si infilano nelle ferite di altri. Difficile non annaffiarli quando sembrano la soluzione all’odio stesso, l’unica cosa che si puó fare è imparare a riconoscere quanto odiare una società che insegna l’odio è solamente darle ragione".
Sei tornato nudo e crudo come è sempre stato il tuo rap, secondo te ce n'era bisogno... o era un bisogno soprattutto tuo?
Direi da ambo le parti, nel senso che è un periodo storico in cui si sente sempre più il bisogno di parole di pancia, di un minimo di coerenza e denuncia sociale. Lo vedo sia nei miei coetanei che nella generazione dei più giovani, che chiedono un certo tipo di musica.
"Musica di Cicatrene" era un disco che parlava in questo modo e l'idea di rifarlo e di provare di nuovo quelle emozioni, quelle sensazioni arriva in un momento perfetto. Anch'io ne avevo bisogno comunque, aiuta a risentire quelle sensazioni, a riscoprire quel tipo di emotività, di spontaneità, che comunque bisognerebbe sempre tenere vive. Sono riuscito a risentire la visceralità e la fame, oltre all'incredibile attualità, di 12 ani fa. Il rischio è di spostarsi sempre più su un punto di vista analitico e razionale, invece la pancia fa sempre bene
Quando è uscito il mixtape avevi vent'anni e, come hai scritto su instagram, dormivi su un materassino, mangiavi i lenticchie della Lidl, ora è un album con gli stessi brani ai quali hai cucito addosso un nuovo abito, soprattutto dal punto di vista musicale, dove la parte strumentale è più presente, più strutturata. Quale è stato il lavoro che hai fatto sul vecchio mixtape per trasformarlo in un nuovo album?
Sì è sicuramente più strutturato. Ho lavorato insieme a G-laspada che per due anni mi è stato dietro su quelle che sono poi le vecchie sonore del disco. Un tempo si usava fare i mixtape prendendo tracce di produzioni edite, americane, polacche... Scrivere di getto insomma e poi buttare fuori. Una nuova veste sonora gli era un po' dovuta, anche perché comunque non c'è mai stato modo di costruirla a puntino visto che le produzioni erano già fatte. Giuseppe ha seguito un po' tutto il progetto, è stato interessante come per ogni traccia abbiamo trovato dei mondi nuovi e abbiamo cercato di tirare fuori quello, che magari non era uscito nel mixtape e che adesso ho avuto modo di disegnare nel modo in cui io percepisco la traccia.
I testi sono rimasti abbastanza fedeli a quelli del mixtape: riproponi la stessa rabbia, la stessa critica sociale, nel nome di una integrità e una coerenza che ti appartengono da sempre. Cosa ne hai fatto di quei semi d'odio di cui parli nel post Instagram? È tutto rimasto intatto e soprattutto non è un fatto inquietante ?
E' inquietante come i testi siano iperattuali, forse addirittura li puoi sentire ancora di più di 12 anni fa, perché prima magari vivevo in quel modo solo io o insomma pochi, adesso è molto più allargata la questione e non solo nel modo di vivere, anche nei media, nel modo di percepire la società, nel contesto sociale. I semi d'odio cambiano nel tempo e maturano e quell'odio diventa poi consapevolezza e quella rabbia diventa forza nel saper dove andare a mirare, cosa combattere, che spesso è una cosa interiore, molto più un'educazione personale. Credo che tutto sia incentrato sull'educazione personale, sulla crescita personale.
Tu hai dodici anni in più, sei cresciuto, in che fase della vita sei? Come sei cambiato dall'era di Capitan futuro rap contest? Cosa ti sei portato dietro? Cosa hai abbandonato? A cosa hai detto definitivamente addio?
Sicuramente ho portato dietro determinate consapevolezze, o meglio sono maturate quelle consapevolezze, che prima erano più sensazioni, che si trasformavano in rabbia, anche in odio. Una cosa che sto abbandonando è la critica fino a se stessa, nel senso che cerco di proporre più di quanto critico. Quindi di cercare di puntare più a un percorso di produzione, che è ciò che dovremmo fare un po' tutti. Spostare molto di più sul propositivo, sulle soluzioni, meno sul problema.
Anche la tua maschera è rimasta lì dove l'avevi messa 12 anni fa, ha lo stesso significato che aveva quando hai scelto di indossarla, la toglierai mai?
E' una lotta costante. Ci sono tante persone che ancora ci si identificano senza farsi influenzare dai bombardamenti di immagini, di apparenza, di estetismi. Secondo me riesce ancora a trasmettere in alcune persone quel messaggio originale, oltre l'estetismo. In molti casi però è fraintendibile, per cui vedremo dove andrà... Ancora non lo so
Quanto ti riconosci nell'atteggiamento "alla nevermind" cioè nel "chissene frega"
Purtroppo poco. Vorrei fregarmene di più a volte. Però più che un "chissene frega" è una spinta ad andare avanti comunque a non lasciarsi fermare dalle critiche o dal parere o dal consiglio, che non ti lega al tuo immaginario. Quindi quella è anche una cosa che tengo sempre viva, tengo sempre a mente, tanto che ho l'abitudine di rimetterla ogni tanto, quella traccia per ritornare al quel mood
Hai due sole feat nel disco, c'è DJ Shocca e Gaia, in "Piove Musica". Come sono nate queste due collaborazioni
Shocca un po' per quello che rappresenta per questo genere, per questa musica, gli abbiamo chiesto di rielaborare la parte vocale, e ha fatto l'intro al drop del ritornello di "Still Proud", mentre con Gaia è nata perché anche "Piove Musica" arriva da una riproduzione di un pezzo, che avevo scritto a 18 anni. E nel ritornello c'era una voce di una cantante di un gruppo islandese, una voce eterea, molto dolce, romantica. Volevo mantenere quella musicalità e Gaia doveva riprodurre quel timbro vocale e secondo me, in un certo senso, ci è riuscita bene
Piano A e piano B: ce l'hai finalmente questo piano A o no?
Ce l'avevo più prima il piano A, quando avevo quella spinta a cambiare le cose a idealizzare la maschera, il cambiamento. Secondo me adesso è diventata una costante, molto più che un piano. La costante di fare quello che so fare meglio e cercare di dare il mio a più persone possibile. Prima era una missione umana. Adesso invece è diventato più il mio modo di essere, più centrata su un punto di contatto tra me e l'esterno. E' una presa di coscienza del fatto che diversamente non so essere.
In quanto al piano B... Una casa in campagna, una vita tranquilla. Ho molto bisogno della natura, mi rimette in equilibrio. Più che un piano B, è un piano A, piano A2.
Suonerai sabato al SuperAurora Film Festival e poi ci sono anche altre date nella tua estate?
Il 7 Agosto a Cagliari all'Opera Beach Arena e il 14 Agosto al Dalì di Catanzaro Lido
E poi?
C'è un evento sorpresa. Un evento molto particolare a Roma. E poi c'è il disco nuovo, a cui sto già lavorando da prima di Musica Cicatrene...Ora mi concentro sul nuovo disco per impacchettarlo per bene.
Come sta MezzoSangue oggi?
Sono stanco, ma sto bene, sento una strana forza. È una strana ma bella forza emotiva... inversamente proporzionale alla stanchezza fisica.