IL CHIARIMENTO

Giornalista aggredito a Torino, La Russa: "Travisate le mie parole, mai detto che il cronista doveva qualificarsi"

"Si è trattato di un inaccettabile attacco a un cittadino, ma non è stato un attentato alla libertà d'informazione. Quel gesto è in ogni caso da condannare"

© Ansa

Ignazio La Russa chiarisce le sue dichiarazioni sull'aggressione di Torino al cronista Andrea Joly da parte di militanti di CasaPound. E spiega, in una lettera alla "Stampa": "Mi spiace che le mie parole e il mio pensiero siano state totalmente travisate da questo virgolettato". "Ciò che mi preme precisare - sottolinea - è che mai ho detto o pensato che Joly 'doveva' qualificarsi. Semplicemente, non avendolo fatto e presumendo che gli aggressori non lo conoscessero, si può e si deve parlare di una inaccettabile aggressione - anch'essa senza sconti o giustificazioni - verso un cittadino, ma non si può presentare l'accaduto come un attentato alla libertà d'informazione". 

"Aggressione da condannare" -

 "In sostanza - riprende il presidente del Senato -, bisogna condannare fortemente la odiosa aggressione - come ho sinceramente fatto - senza però sostenere che vi era stata la inaccettabile volontà di impedire l'esercizio del diritto di cronaca che non può mai essere impedita". 

"Io dico quello che penso" -

 Ancora, in un colloquio con "Repubblica", la seconda carica dello Stato sottolinea: "Mi ha colpito di non essere stato criticato per il passaggio precedente, quando ho detto 'non credo che il giornalista fosse lì per caso'". E riprende: "C'è una persona a me cara che mi dice spesso 'perché non sei più cauto?'. Ma io sono così, dico quello che penso. Però, certo, capisco quando me lo dicono, mi interrogo, sono contrastato, a volte penso di sbagliare, poi però mi convinco che ho 77 anni e davvero preferisco dire ciò che penso". 

Antifascista -

 C'è poi il rifiuto di definirsi antifascista. E a questo proposito La Russa cita lo storico Franco Cardini, che individua tre antifascismi: contro la dittatura, contro il governo Tambroni e l'antifascismo degli anni Settanta: "Quest'ultimo non posso sentirlo come mio, perché io quegli ani li ho vissuti". E infine, La Russa sottolinea un'altra questione: "Guardi, c'è anche forse il sentimento, il pensiero per i nostri vecchi missini, gente che ha lottato cinquant'anni per il partito, forse è anche giusto avere un po' di, come dire, attenzione verso di loro".