La decisione del segretario generale della Nato Jens Stoltenberg di affidare alla Spagna il nuovo ruolo di inviato per il Fronte Sud è "quasi un affronto personale". Lo afferma in un'intervista a La Stampa il ministro della Difesa Guido Crosetto. "Gli ho scritto un messaggio durissimo. Mi ha fatto infuriare e ci saranno conseguenze sul piano dei rapporti personali - prosegue -. Il suo è stato il tradimento di un principio: era l'Italia a essersi battuta per introdurre il ruolo di inviato per il Fronte Sud. Stoltenberg non voleva. Ha dovuto metterlo nella risoluzione perché lo voleva l'Italia e così si è vendicato".
L'attacco di Crosetto a Stoltenberg -
Per il ministro della Difesa il segretario generale della Nato ha dato il ruolo "a uno spagnolo, un funzionario spagnolo che fa già un altro lavoro, di fatto svuotando l'obiettivo politico da noi perseguito e approvato al vertice Nato: lo trovo pessimo come comportamento. Ha concluso i suoi 9 anni alla guida della Nato nel modo peggiore", sottolinea. Crosetto evidenzia che l'Italia non ha un problema con la Nato, "ma con Stoltenberg".
"È lui l'unico responsabile, lui ha scelto la persona per quel ruolo, basandosi su criteri opachi e logiche burocratiche interne, senza consultarsi con gli alleati, forse perché guidato da logiche di appartenenza politica, venendo meno alla prima delle sue responsabilità: essere super partes". Il ministro della Difesa si augura che a ottobre dopo l'addio di Stoltenberg, quel ruolo "venga dato alla persona migliore, non in base a logiche burocratiche interne e non per simpatia politica. E mi aspetto che si tenga conto di chi ha fortemente voluto l'istituzione di questo ruolo: l'Italia".
Il ministro evidenzia che "tra vent'anni i due miliardi e mezzo di persone in Africa saranno il principale problema dell'Alleanza atlantica perché diventeranno un esercito nelle mani di quei Paesi che hanno già iniziato a occupare il continente in questi anni: Russia e Cina". Sempre a La Stampa Crosetto parla anche di difesa e di unione europea. Il problema del raggiungimento del 2% di spese militari "è un tema che si lega a doppio filo con la prossima Commissione europea. Dovremo fare una battaglia per scorporare le spese della Difesa dal patto di Stabilità. L'importante in questo momento è partire", dice.
Sull'Ucraina "credo che Trump cambierà la linea, cercherà di ottenere la pace riprendendo un dialogo personale con Putin per chiudere in fretta e questo può essere un problema. Sono importanti le regole con cui gli Stati devono confrontarsi: se il diritto internazionale viene messo da parte, prevale il diritto del più forte. Vale per l'Ucraina come per Israele". Inoltre "per Trump il raggiungimento del 2% diventerà un criterio con cui giudicherà ogni alleato. Ci dirà difendetevi da soli. E chi giudica sbagliati gli investimenti nella Difesa, vuol dire che pensa che l'Italia non debba difendersi, ma mettersi nelle mani di altri".