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Pechino vuole che le intelligenze artificiali made in China “incarnino i valori del socialismo”

La Cyberspace Administration of China, il principale regolatore governativo di internet, dovrà interagire con ByteDance e Alibaba e con le altre società che producono intelligenza artificiale per revisionare i contenuti politici

Una revisione governativa in piena regola. Secondo quanto riporta il Financial Times, le aziende di intelligenza artificiale in Cina stanno sottoponendo i modelli linguistici a un controllo affinché “incarnino i valori socialisti fondamentali”.

LA REVISIONE
Toccherà alla Cyberspace Administration of China (CAC), il principale regolatore governativo di internet, interagire con ByteDance e Alibaba e con le altre società che producono intelligenza artificiale. La revisione consisterà nel testare i modelli di AI nelle risposte che sono in grado di dare a una serie di domande su argomenti politici e inerenti al presidente Xi Jinping.

LA CENSURA CINESE
Gli sforzi del governo di Pechino sull’intelligenza artificiale hanno come obiettivo quello di non restare troppo indietro rispetto agli Usa in materia AI. L’obiettivo è quello di assicurarsi che i contenuti generati dall’intelligenza artificiale siano compatibili con le politiche di censura di internet. La Cina è stata i primi Paesi a mettere a punto delle norme per disciplinare l’intelligenza artificiale generativa lo scorso anno, tra cui il requisito che l’AI debba aderire ai “valori fondamentali del socialismo” per non generare contenuti “illegali”.

COME FUNZIONA IL FILTRAGGIO
Secondo il rapporto del Financial Times, il filtraggio viene effettuato rimuovendo le “informazioni problematiche” dai dati di addestramento del modello di intelligenza artificiale e quindi creando un database di parole e frasi sensibili. Il tentativo è quello di mettere una sorta di limite all’AI, soprattutto quando i chatbot sono chiamati a rispondere su argomenti sensibili, come le proteste di piazza Tienanmen del 1989.