I bambini con problemi comportamentali persistenti, aggressivi e antisociali, come il disturbo della condotta, presentano cambiamenti nella struttura del cervello. Questi cambiamenti si possono vedere attraverso una risonanza magnetica. Lo ha scoperto uno studio, condotto da alcuni ricercatori dei National Institutes of Health (Istituti Nazionali di Sanità) degli Stati Uniti pubblicato sulla rivista The Lancet Psychiatry.
La differenza più pronunciata è una riduzione dell'area dello strato esterno del cervello, la corteccia cerebrale, cruciale per molti aspetti del comportamento, della cognizione e dell’emotività.
Il disturbo della condotta -
Il disturbo della condotta è una patologia del comportamento. Il termine “condotta” può confondere le idee: non si tratta, infatti, di un disturbo che emerge prevalentemente all’interno della quotidianità scolastica, quanto piuttosto di uno stile di comportamento che riguarda più in generale la quotidianità. Le persone con questo disturbo tendono a essere violente e a prevaricare sugli altri, ripetono nel tempo episodi di rabbia incontrollata e profonde mancanze nel rispetto delle regole sociali. Questa patologia può evolvere a partire da un disturbo oppositivo-provocatorio e i cui aspetti evidenti sono rabbia, comportamenti vendicativi e irritabilità che perdurano per più di sei mesi.
“Il disturbo della condotta è uno dei disturbi psichiatrici infantili più comuni, con una prevalenza globale di circa il 3%, ma anche uno dei meno studiati", spiegano i ricercatori degli Institutes of Health.
Lo studio -
Lo studio, il più grande e diversificato sul disturbo della condotta mai condotto, si basa su immagini di risonanza di giovani di 7-21 anni. Gli esperti hanno confrontato la superficie e lo spessore della corteccia cerebrale e il volume delle regioni subcorticali profonde del cervello di 1.185 giovani con diagnosi di disturbo della condotta e 1.253 coetanei senza il disturbo. I primi avevano una superficie totale inferiore della corteccia in 26 delle 34 regioni esaminate, due delle quali mostravano anche cambiamenti significativi nello spessore corticale; avevano anche un volume inferiore in diverse regioni subcorticali del cervello tra cui l'amigdala, l'ippocampo e il talamo che svolgono un ruolo centrale nella regolazione dei comportamenti, nell'autocontrollo.
Sebbene alcune di queste regioni cerebrali, come la corteccia prefrontale e l'amigdala, fossero già state collegate al disturbo della condotta in studi precedenti, altre regioni sono state implicate nel disturbo per la prima volta. I giovani che mostravano segni di una forma più grave del disturbo, indicata da un basso livello di empatia, scarso senso di colpa e rimorso, mostravano il maggior numero di cambiamenti cerebrali.
Questi risultati offrono nuove vie per indagare i potenziali legami tra differenze nella struttura del cervello e sintomi del disturbo della condotta e calibrare gli sforzi clinici per migliorare sia la diagnosi che il trattamento.