Il tribunale di Milano ha condannato a 1 anno e 4 mesi il professor Massimo Galli per falso nel processo sui presunti concorsi pilotati per professori e ricercatori dell'Università Statale di Milano a vantaggio del suo collaboratore Agostino Riva (assolto per non aver commesso il fatto) e svantaggiando il primario del Niguarda, Massimo Puoti. Galli è stato invece assolto dalle imputazioni alternative di turbativa d'asta o abuso d'ufficio sui concorsi perché il fatto non sussiste. "Ho dimenticato di correggere una data", ha detto a caldo l'infettivologo.
Falso, Galli: "Solo una dimenticanza" -
"Sul falso - ha spiegato infatti Galli - l'unica cosa che mi sento di ammettere è di aver dimenticato di correggere un orario". Il professore, spiegando che farà ricorso in appello, ha assicurato di sentirsi "assolutamente sereno" e ha aggiunto: "Se per chiudere la questione bisognava avere una condanna per qualcosa, evidentemente restava solo la possibilità del falso".
La gara e la questione della chiusura del verbale -
E infatti il tribunale di Milano ha deciso che Galli non ha pilotato i concorsi della Statale né abusato dei suoi poteri d'ufficio, mentre rimane in piedi l'accusa di falso, come legge in aula la presidente Antonella Bertoja, del verbale numero 2 del 14 febbraio 2020 della commissione di cui Galli ha fatto parte nel 2020: oltre che essere membro dell'Università interessata dal posto bandito, Galli avrebbe dunque preferito Riva a Puoti, con un punteggio di 69,9 contro 67,4. La falsità è legata alla chiusura degli orari del verbale sulla "valutazione dei candidati" e non corrispondenti al vero. Per quell'episodio Galli "va condannato a 16 mesi con la concessione delle attenuanti generiche equivalenti e merita la non menzione della sentenza nel casellario penale".
Intercettazioni -
"Ho dimenticato di correggere una data", chiarisce il virologo dopo la lettura del dispositivo, affiancato dai difensori Giacomo Gualtieri e Roberto Rigoni Stern. "Sono finito in questa storia per un'intercettazione di due persone a me ostili in cui mi si attribuiva l'intenzione di falsare concorsi", ha aggiunto dicendo di essere "felice" per l'assoluzione del suo collaboratore, ritenuto una persona di alto profilo nella ricerca in campo europeo.
L'infettivologo: "Conto sulla piena assoluzione" -
L'infettivologo afferma di essere sicuro di poter ottenere una sentenza di assoluzione piena nei successivi gradi di giudizio e prova a spiegare la "falsità" del verbale, come già fatto in aula durante l'interrogatorio, collegandola al periodo in cui l'Italia e il mondo stavano attraversando nelle prime settimane di diffusione del Covid. Erano, dice, "giorni frenetici, e basta leggere la copia della rivista scientifica per vedere che il 14 febbraio 2020 parte un lavoro importante dal mio gruppo. In tutta franchezza ero più attento a quello che ad altre cose, era il primo lavoro sul Covid che datava la penetrazione del virus nella popolazione umana. Certo non sono gare, però era un lavoro importante".