L'INDAGINE

Giovani e sanità, quasi la metà degli under 30 ha fiducia nella qualità del Servizio sanitario nazionale

Ma per sette su dieci le differenze socio-economiche sono un ostacolo da superare. Tumori (42,8%) e salute mentale (26,8%) sono le principali sfide sanitarie che ci attendono

© ansa

Il 41% dei giovani italiani tra 18 e 30 anni si dichiara convinto che, in caso di malattia o necessità mediche, il Servizio sanitario nazionale possa offrire loro le migliori cure disponibili e le più avanzate innovazioni scientifiche. Tumori (42,8%) e salute mentale (26,8%) sono, secondo i giovani, le principali sfide sanitarie che ci attendono. 

© Ufficio stampa

Se interrogati sul futuro della sanità, i giovani italiani puntano i riflettori sul superamento delle differenze, a partire da quelle socioeconomiche (di reddito, stato economico, professione ecc.) ritenute da sette italiani su dieci “under 30” (69,6%) come la causa principale di disuguaglianze nell’accesso alla sanità. A seguire, il 45,9% dei giovani mette in evidenza le differenze geografiche nella qualità dei servizi sanitari disponibili, ma gli “under 30” sono attenti anche alle differenze etniche, ritenute rilevanti per il 30,4% e alle differenze intergenerazionali (25,3%) e di genere (24,2%).

È il quadro tracciato dall’indagine “Giovani e sanità: il futuro che vogliamo” promossa da Novartis nell’ambito del percorso intrapreso al fianco di tutti gli attori del Sistema Paese per re-immaginare la sanità del futuro.  In primo piano l’ascolto delle nuove generazioni, avviato con sei tavoli di lavoro con oltre 40 under 35 e un successivo board di ascolto con diversi interlocutori sanitari, per identificare la visione e le aspettative dei giovani verso la sanità del futuro. 

“In Novartis siamo convinti che, per migliorare concretamente la vita delle persone, l’innovazione debba essere sostenuta da un impegno collettivo, volto a garantire un accesso equo e tempestivo alla cura, affinché l’innovazione sia effettivamente disponibile per chi ne ha bisogno. Per questo lavoriamo al fianco delle istituzioni, della comunità medica e dei pazienti, su diversi fronti di azione, per favorire l’evoluzione della sanità verso nuovi modelli in grado di affrontare le sfide che ci attendono. A questo si aggiunge l’ascolto e il dialogo aperto con le nuove generazioni che rappresentano un punto di partenza fondamentale per re-immaginare il futuro della sanità”, commenta Valentino Confalone, Country President Novartis Italia.

Le priorità su cui intervenire secondo i giovani -

 Investimenti in ricerca scientifica (26,8%) e maggiori risorse economiche (19,1%) sono le priorità, secondo i giovani italiani tra i 18 e 29 anni, per affrontare le sfide sanitarie del futuro. Una lista in parte diversa da quella degli “over 30”, che mettono al primo posto la necessità di nuove assunzioni di medici e infermieri (25,5% “over 30” vs. 13,9% degli “under 30”).

Le differenze socioeconomiche rappresentano per la metà dei giovani (55,7%) la grande priorità su cui concentrare interventi volti a garantire una sanità equa e accessibile per tutti. Rispetto alle generazioni precedenti, il divario tra giovani e meno giovani sale a 10 punti percentuali per quanto riguarda la priorità attribuita alle differenze etniche come fattore prioritario su cui intervenire per garantire una sanità equa (13,9% “under 30” vs. 3,7% “over 30”).

“I giovani si mostrano più sensibili delle generazioni precedenti per quanto riguarda le disuguaglianze generate a livello sanitario dalle differenze etniche e di genere. Un divario che emerge anche in altri ambiti, dove i giovani si mostrano in generale più ottimisti rispetto agli “over 30”. Ad esempio, se interrogati sulla accessibilità per i cittadini dei servizi del Ssn, il 37,6% dei giovani “under 30” ritiene che i servizi del Ssn siano fisicamente vicini e accessibili ai cittadini. La maggioranza degli “over 30” si esprime invece in termini meno positivi, con solo il 30,3% che dà una valutazione positiva e ben il 34,5% che ritiene i servizi poco o per niente accessibili”, spiega Cosimo Finzi, direttore AstraRicerche. 

© Ufficio stampa

Attenzione alla propria salute -

 Quasi otto giovani italiani su dieci si dichiarano consapevoli dell’importanza della prevenzione (76,8%) e quasi sei su dieci dichiarano di sottoporsi a visite ed esami a scopo preventivo ogni uno o due anni (58,2%). La prevenzione oncologica è al primo posto per rilevanza attribuita (74,7%), ma i giovani attribuiscono più importanza rispetto alle generazioni precedenti alla prevenzione per la salute mentale (45,9% vs 30,3%) e delle malattie infettive (43,3% vs 28,8%).

I medici (di base e specialisti) rimangono la principale fonte di informazione sulla salute per tutte le fasce d’età (80,8% “over 30” e 75,8% “under 30”), ma cresce nelle fasce più giovani di popolazione il ricorso al web, per informarsi sulla propria salute, con il 37,1% degli “under 30” intervistati (vs. il 24,2% degli “over 30”) che dichiara di utilizzare siti web di informazione o social media, mentre il 9,8% usa servizi online di tele-consulto e tele-visita (vs. il 6,2% degli “over 30”). 

Dopo i tavoli di lavoro e un board di ascolto e confronto con alcuni interlocutori del Sistema Salute, “Partner per il Futuro” di Novartis continuerà con un percorso di lavoro con le istituzioni che sfocerà nella definizione di linee d’azione concrete per intervenire sulle tematiche chiave emerse dai tavoli di lavoro e confermate dall’indagine, quali la prevenzione e l’accesso all’innovazione, con l’obiettivo di ridurre le diseguaglianze sanitarie. Il progetto “Partner per il Futuro” fa da sfondo al piano di investimenti in Italia di circa 350 milioni di euro entro il 2025, con progetti che puntano a valorizzare la qualità e l’attrattiva del Sistema Salute italiano a livello europeo e globale. 

Ti potrebbe interessare