Dopo trent’anni d’attesa, il comprensorio di Bagnoli-Coroglio ha ricevuto 1,2 miliardi di euro per quella che la premier Meloni ha definito “l’opera di risanamento ambientale e rigenerazione urbana più ambiziosa d’Europa”. Ma perché questo investimento si è reso necessario?
La storia di Bagnoli: da eccellenza industriale a emblema dell'inquinamento -
A inizio ‘900 Bagnoli ha legato il suo nome alla tradizione operaia. Fino al 1993 è stata sede di uno dei più importanti insediamenti industriali del mezzogiorno, sede delle acciaierie dell’Ilva, ex Italsider.
Il 20 ottobre del 1990 l’area a caldo dell’industria fu spenta e nel 1993 fu definitivamente chiuso quello che, per quasi un secolo, era stato uno dei centri siderurgici più grandi d'Europa che ha segnato la storia produttiva del sud Italia per grandezza e importanza.
Da quella data, per 30 anni, si sono susseguite promesse di messa in atto di processi di riqualificazione del territorio. Tra questi, il progetto Bagnoli Futura, che però ha mantenuto pressoché immutato il disastro ambientale della colmata a mare, una superficie di quasi 200 mila metri quadrati realizzata tra due pontili a servizio dello stabilimento, riempita di cemento e scarti inquinanti dell'altoforno dell'ex Italsider, in cui è stata rilevata la presenza di amianto, arsenico e mercurio.
I fondi e il progetto di riqualificazione -
La Presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, congiuntamente al Commissario Straordinario di Governo al sito di interesse nazionale Bagnoli-Coroglio, Gaetano Manfredi, ha firmato il Protocollo d’intesa sulla rinascita dell’area a ovest di Napoli.
Gli interventi per la riqualificazione dell’area si inseriscono in un ampio progetto di risanamento ambientale e rigenerazione urbana, finanziato con il Decreto Coesione. Trasformando la zona, da anni abbandonata e inquinata, in un polo turistico e balneare entro il 2031.
Nello specifico, l’investimento pubblico di 1 miliardo e 218 milioni, servirà per la bonifica completa del suolo e dell’area marina, per la ricostruzione e il potenziamento delle infrastrutture. Ma ancora, tra gli obbiettivi del programma vi è anche la realizzazione di due chilometri di waterfront (rendendo balneabile il tratto di costa in questione), la riqualificazione di 130 ettari di parco urbano e alla costruzione di nuovi edifici. Un insieme di interventi, come dichiara Meloni, atti a generare più di 10.000 posti di lavoro, tra lavoratori diretti e indiretti.