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Infortuni, il medico consiglia ... come utilizzare la medicina rigenerativa per un recupero da record

A Tgcom24 la consulenza del dottor Matteo Vitali, ortopedico presso l’Unità di Ortopedia e Traumatologia dell’Ospedale San Raffaele di Milano 

© Ufficio stampa

Dopo un infortunio, per un recupero da record, si può ricorrere alla medicina rigenerativa, innovativa branca della medicina. Ma di che cosa si tratta esattamente? Quali sono le terapie? Sono dolorose? In quanto tempo si guarisce? Ecco tutto quello che c'è da sapere. 

Fino a qualche anno fa, per uno sportivo subire un trauma come una lesione muscolare, un trauma complicato dalla rottura di un menisco, una lesione cartilaginea o tendinea, poteva significare la fine della stagione, se non addirittura la fine della carriera. Lo sanno bene gli atleti agonisti, che con gli infortuni devo confrontarsi spesso: il suono secco e inconfondibile che anticipa solo di qualche secondo il dolore lancinante non lascia scampo, eppure la vera preoccupazione è per i tempi di ripresa e non per il dolore fisico. Ne abbiamo parlato con il dottor Matteo Vitali, ortopedico presso l’Unità di Ortopedia e Traumatologia dell’ospedale San Raffaele di Milano.  

"Ebbene, oggi non è più come una volta in alcuni casi fortunatamente grazie ai progressi delle tecniche chirurgiche e della medicina rigenerativa applicata nel campo ortopedico-traumatologico, gli sportivi professionisti, ma anche quelli amatoriali, possono sperare in un recupero veloce dall’infortunio affidandosi a tecniche sempre più efficaci e poco invasive", afferma il dottor Vitali.

La medicina rigenerativa, ovvero la disciplina che sfrutta e potenzia le capacità intrinseche dell’organismo di rigenerare cellule e tessuti danneggiati, è tra le frontiere della medicina più moderne e avanzate. I primi studi sulla materia risalgono agli anni ’60-’70, ma il termine “medicina rigenerativa” viene coniato ufficialmente negli anni ’90. "Inizialmente i campi di impiego erano l’oculistica e la dermatologia negli anni i suoi campi di applicazione si sono progressivamente ampliati fino ad arrivare all’ambito ortopedico-traumatologico. Oggi con delle tecniche mininvasive siamo in grado di trattate differenti patologie di tipo traumatico e degenerativo sia articolare sia tendineo. Tra gli approcci più indicati per permettere un recupero post infortunio, ma non solo, c’è sicuramente il Bone Marrow Aspirate Concentrate (BMAC)", spiega il dottor Vitali. 

La terapia con midollo osseo (BMC), nota anche come terapia del midollo osseo concentrato (BMAC), è una terapia rigenerativa all’avanguardia a base di cellule staminali mesenchimali (MSC) capace di accelerare la guarigione da osteoartrosi e lesioni dei tendini da moderate a gravi. Il dottor Vitali spiega che la terapia "consiste nel prelevare una piccola quantità di midollo osseo prelevato dall’osso del bacino dal paziente, attraverso una siringa aspirata, centrifugarlo in modo tale da separare le piastrine e le cellule staminali e ottenere un potente concentrato di MSC, infine iniettarlo nella zona lesa o degenerata per accelerarne la guarigione. L’intero trattamento avviene in 30 minuti circa, la dimissione in giornata e un riposo relativo per qualche giorno".

  "La procedura è da considerarsi indolore in quanto avviene in seguito ad anestesia locale certo, per i primi due o tre giorni, gonfiore e disagio sono tipici nella zona iniettata ma solitamente entro la fine della prima settimana il fastidio tende a risolversi completamente. Inoltre, il trattamento è da considerarsi poco impegnativo in quanto solitamente è necessaria una sola somministrazione, tuttavia, se un paziente sottoposto precedentemente alla terapia rigenerativa a distanza di mesi riferisce la ricomparsa della sintomatologia si può prendere in considerazione una seconda iniezione", riferisce il dottor Vitali. 

Il trattamento con cellule staminali mesenchimali BMAC, trattandosi di pratiche che agiscono in modo rigenerativo sulle cellule e sui tessuti, sono particolarmente indicate in persone giovani o di media età e meno consigliate negli anziani, dove la risposta cellulare è più rallentata, nonostante ciò, i pazienti che si sottopongono al trattamento non possono prescindere da un programma di riabilitazione funzionale e rafforzamento muscolare circostante. Conclude il dottor Vitali "la maggior parte dei pazienti nota un certo livello di miglioramento entro 2 – 6 settimane dopo la terapia BMAC, una maggiore stabilità articolare e forza sono tipicamente riportate insieme alla diminuzione del dolore mentre un secondo livello di benefici invece può essere raggiunto tra le 6 settimane e i 3 mesi".