ICONA DI STILE

Svezia: ecco i videogiochi che dovrebbero far parte del "canone culturale"

L'associazione di categoria Dataspelsbranschen ha selezionato i 15 videogiochi che ritiene debbano essere ritenuti rappresentativi della cultura nazionale

© Ufficio stampa

Quando si pensa a forme di espressione e rappresentazione artistica come pittura, scultura, musica e spettacolo, è facile pensare a opere o artisti specifici. Lo stesso fenomeno sta ormai avvenendo nei videogiochi: l'associazione svedese di categoria Dataspelsbranschen ha selezionato 15 titoli che ritiene debbano essere aggiunti al "canone culturale" del paese per migliorare il riconoscimento di questa forma d'arte.

Tra i nomi riportati nell'elenco compaiono giochi classici e contemporanei come Stugan, Battlefield 1942, Minecraft, Amnesia: The Dark Descent, It Takes Two e Sayonara Wild Hearts, ma anche Tocca Tea Party e Candy Crush Saga.

La lista è stata curata da una giuria di esperti storici, leader del settore e accademici, in seguito a centinaia di votazioni da parte del pubblico ed è stata resa nota dopo che il ministro della cultura svedese, Parisa Liljestrand, ha presentato i suoi progetti per sviluppare un canone culturale ufficiale. Dal momento che Liljestrand non ha specificato le forme d'arte che sarebbero state incluse in questo canone, l'associazione videoludica ha pensato di svilupparne uno per i videogiochi.

"I videogiochi dovrebbero essere riconosciuti come forma culturale per diversi motivi: i giochi sono cultura per i giocatori, che si relazionano a essi in modo simile al pubblico di altre forme d'arte", ha dichiarato Per Stromback, portavoce di Dataspelsbranschen. "I giochi sono cultura per gli sviluppatori, che hanno le stesse motivazioni degli altri creatori: la volontà di esprimersi, creare qualcosa di nuovo e comunicare con il proprio pubblico. "I giochi sono cultura anche per la società, perché riflettono il mondo in cui viviamo e hanno una ricca storia che ora viene riconosciuta da musei e istituzioni. Inoltre, i giochi sono unici in quanto interattivi: per questo, pensiamo che sia giusto che anche i giochi abbiano un canone".

Dataspelsbranschen ha sottolineato che la sua lista è stata pubblicata in un momento di forte agitazione, in cui le industrie videoludiche nazionali stanno lottando per evitare licenziamenti di massa e per il riconoscimento economico e culturale, con le richieste di conservazione dei videogiochi che si fanno sempre più forti.