Ormai ci siamo davvero: il ministro dell’Istruzione e del Merito, Giuseppe Valditara, ha annunciato di aver firmato la tanto attesa circolare che - già a partire dall’anno scolastico in arrivo - vieterà in modo assoluto, anche per scopi didattici, l’utilizzo degli smartphone nelle classi di elementari e medie. “Io non credo - ha detto il Ministro - che si faccia buona didattica con un cellulare fino alle scuole medie. E questo ovviamente non significa l'uso del tablet o del computer che devono essere però utilizzati sotto la guida del docente”. Porte aperte, dunque, ai dispositivi (teoricamente) più orientati all’apprendimento.
Ma, forse, questa è una notizia che non spiazzerà più di tanto né gli istituti né le scuole. Visto che, secondo un recente sondaggio del portale Skuola.net, alle scuole medie - focus dell’indagine - il “bando” ai cellulari è già una realtà diffusa e consolidata.
Alle medie regole simili ci sono già (quasi) dappertutto
Quasi il 90% degli alunni della secondaria inferiore, infatti, ha raccontato che nel proprio istituto c’è una qualche forma di regolamentazione sull’uso degli smartphone. Appena il 3% è libero da divieti, potendo così tenere accesso il cellulare (ovviamente senza poterlo usare durante le lezioni). E gli altri? La parte rimanente di studenti - circa il 10% - sinora aveva avuto solo indicazioni “orali”. Che, per forza di cosa, ora si tradurranno in parole scritte.
Non solo, ben 3 su 4 pare abbiano tra le prescrizioni anche quella di non poter usare lo smartphone nemmeno come supporto per le lezioni: oltre la metà (58%) ha detto che si deve tenere spento per tutta la durata delle lezioni, riposto in tasca o nello zaino; il 15% che va addirittura consegnato all’ingresso. Lo scenario immaginato dal ministro Valditara, dunque, in gran parte dei contesti è un qualcosa di operativo come minimo dall’anno appena concluso.
I divieti sembrano fare bene agli studenti
Inoltre, la stretta avviata in autonomia dagli istituti sembra pure aver prodotto i suoi frutti da un punto di vista “educativo”. Perché, con l’introduzione delle regole, si è ridotto sensibilmente il numero di studenti che usano di nascosto il telefono per motivi personali, distraendosi dalle lezioni: in base a quanto hanno rivelato le ragazze e i ragazzi intervistati, in oltre l’80% delle classi è rimasta al massimo una sparuta minoranza ad aggirare il divieto.
Tutt’altro sforzo si prefigurerebbe in capo agli istituti, invece, se al Ministero venisse in mente di estendere l’estromissione totale degli smartphone dalle aule delle superiori, anche per la didattica. Cosa comunque al momento esclusa. Dato che, ai livelli scolastici più alti, regole ufficiali messe “nero su bianco” sono decisamente meno diffuse, coinvolgendo circa il 60% degli studenti. Un dato che si riflette anche in un uso più “sfacciato” dei dispositivi per scopi privati: in più della metà delle classi (54%) - dicono gli intervistati della secondaria superiore - buona parte degli alunni usa tranquillamente lo smartphone per svago mentre i docenti parlano.