Non hanno fatto campagna elettorale, non sono sui social e nessuno li ha mai visti di persona nei collegi o altrove. Sono alcuni dei candidati alle ultime elezioni britanniche di Reform UK, il partito di estrema destra guidato da Nigel Farage. L'ipotesi, avanzata dal Guardian, è che alcuni di questi candidati non esistano davvero, un'accusa che il partito ha respinto. Ad alimentare il dubbio sul web è stato anche il singolare comportamento di un candidato in carne e ossa - Mark Matlock - che non si è presentato al seggio e ha usato l’intelligenza artificiale per modificare la sua foto sul manifesto elettorale: il risultato finale era in sostanza un deepfake molto distante dal suo vero volto.
Perché mai Reform UK avrebbe dovuto ricorrere a candidati inventati con l'IA? L'ipotesi avanzata da molti elettori è che Reform UK per partecipare al voto in quasi tutte le 650 le circoscrizioni in cui è diviso il territorio britannico abbia dovuto ricorrere a questo escamotage. Essendo un partito giovane, non avrebbe avuto altrimenti la copertura necessaria. Nigel Farage, inoltre, sarebbe noto per aver creato già in passato notizie false e fuorvianti.
Reform Uk ha raccolto più di 4 milioni di voti e fatto eleggere 5 deputati, tra cui Farage stesso. "Tutti i nostri candidati sono categoricamente veri", hanno detto fonti del partito al Guardian. Il fatto che in molti casi le persone non abbiano partecipato né alla campagna elettorale né allo scrutinio resta comunque sospetto. Nel Regno Unito, di solito, tutti i candidati sono presenti, attendono insieme l’esito e alla fine dello spoglio fanno anche una sorta di premiazione dei vincitori. È un momento rilevante per ciascun collegio anche perché si tratta di sfide dirette: ogni partito candida una sola persona e chi ha più preferenze conquista il seggio già a primo turno.
Il quotidiano britannico ha notato inoltre che diversi esponenti di Reform Uk, che alla fine non sono stati eletti, sono quasi introvabili non solo di persona ma anche online: non hanno profili social e di loro si sanno solo nome, cognome e collegio. Il caso di Matlock, che è poi intervenuto in diretta in un programma televisivo per confermare la sua esistenza, mostra un'altra particolarità. Molti candidati, come lui, vivono molto lontano dal collegio loro assegnato. Questo proverebbe che in effetti alcuni partiti hanno fatto fatica ha reperire abbastanza persone da candidare.
Al Guardian, fonti di Reform UK avrebbero ammesso che a causa della campagna elettorale molto breve, poco più di un mese, alcuni dei candidati non hanno fatto campagna elettorale ed erano effettivamente paper candidates, ossia attivisti o iscritti che non hanno le risorse né l’intenzione di fare davvero auto-promozione per le votazioni e andare al parlamento. Candidare con questa tecnica più persone possibili è una pratica abbastanza comune tra i partiti più piccoli e non sarebbe certo la prima volta. In particolare, anche in passato Reform UK si è dimostrato in difficoltà a reperire candidati reali. Negli scorsi mesi si era dovuto scusare per aver presentato al seggio di York una persona "inattiva": in realtà era morta. La domanda che rimane aperta è se adesso, grazie all'IA, le tecniche per raggiungere i numeri necessari si siano evolute al punto da introdurre nella corsa candidati completamente inventati. La caccia ai finti esponenti politici è ormai partita.