L'ULTIMO SALUTO

Addio a Pino D'Angiò, a Pompei i funerali del cantautore | Il figlio: "In te ho visto la forza di cento uomini"

Nella Chiesa del Salvatore erano presenti anche il gruppo dei Bnkr44 e quasi tutti i compagni di classe di liceo del cantante

© Italy Photo Press

Si sono svolti a Pompei i funerali di Pino D'Angiò, il cantautore napoletano scomparso sabato 6 luglio all'età di 71 anni. Nella Chiesa del Salvatore sono arrivati per l'ultimo saluto, oltre ai parenti, il gruppo al completo dei Bnkr44, con cui D'Angiò aveva cantato in occasione dell'ultimo Festival di Sanremo, Lucia Cassini e Angelo Di Gennaro, colleghi fin dalla gioventù e poi quasi tutti i compagni di classe del liceo "Giovanni da Procida" di Salerno. Toccante il discorso del figlio del cantautore. "In te ho visto la curiosità, la bellezza, il dolore immenso, la vita straripante, la forza di cento uomini - ha detto -, la risata e le lacrime salate come il mare. Quel mare che ci piaceva tanto".

Operato sei volte di cancro alla gola, due tumori ai polmoni, un infarto e un arresto cardiaco. Pino D'Angiò (al secolo Giuseppe Chierchia) è stato messo a dura prova dalla vita ma non si è mai arreso. Andando avanti a cantare (anche con una corda vocale sola) fino all'ultimo e godendo ogni momento. E questa forza il figlio Francesco ha voluto sottolineare, tra le altre cose.

Poi Francesco ha voluto raccontare un aneddoto sul padre. "Avevo 9 o 10 anni, mi facesti leggere uno scritto di Sant’Agostino - ha detto -. All'inizio non capii, oggi invece è tutto più chiaro". "La morte non è niente, sono solo passato dall’altra parte. E' come fossi nascosto nella stanza accanto. Io sono sempre io e tu sei sempre tu. Quello che eravamo prima l’uno per l’altro, lo siamo ancora - recita il testo di uno dei padri della Chiesa -. Chiamami con il nome che mi hai sempre dato, che ti è familiare, parlami con lo stesso modo affettuoso che hai sempre usato, non cambiare tono di voce. Non assumere un’aria solenne o triste, continua a ridere di ciò che ci faceva ridere, di quelle piccole cose che tanto ci piacevano quando eravamo insieme, il mio nome sia sempre la parola familiare di prima, pronuncialo senza la minima traccia d’ombra o di tristezza, la nostra vita conserva tutto il significato che ha sempre avuto. E' la stessa di prima c’è una continuità che non si spezza. Non sono lontano, sono dalla tua parte, proprio dietro l’angolo. Rassicurati, va tutto bene. Asciuga le tue lacrime e non piangere. Se mi ami, il tuo sorriso è la mia pace". E poi ha concluso: "Faremo in modo che sia così. Ciao papà".   

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