I risparmiatori in Italia subiscono "una pesante tassazione che spesso li orienta a investire all'estero" e che va quindi ridotta. Lo afferma il presidente Abi, Antonio Patuelli, nel suo intervento all'assemblea dell'associazione. Secondo Patuelli, oggi c'è la necessità di "favorire gli investimenti del risparmio e ridurre la pressione fiscale sui risparmiatori che investono a medio e lungo termine, che subiscono una tassazione di quasi il 60% del reddito lordo prodotto dalle banche". Interviene anche il ministro Giorgetti, che assicura: "Non servirà una manovra lacrime e sangue".
Le imposte sul risparmio -
Parlando della pressione sul risparmio, Patuelli chiarisce che "si sommano l'Ires, l'addizionale del 3,5% e quelle locali, la cedolare secca sui dividendi, l'Irap, l'Imu e l'imposta del bollo". E aggiunge che "il risparmio investito in strumenti di liquidità delle banche è indispensabile per erogare prestiti".
"Nuovi progetti per economia e giovani" -
Il presidente dell'Abi sottolinea poi che "l'Italia deve sviluppare nuovi progetti per favorire le iniziative economiche e di lavoro dei giovani, non solo per l'acquisto della prima casa, per fornire ai giovani più possibilità di lavoro qualificato, competitive con quelle degli altri Stati europei".
Inoltre, precisa, "è fondamentale un'economia più patrimonialmente solida in tutti i settori: chiediamo che venga ripensata l'Ace per favorire le imprese a rafforzare le solidità indispensabili per nuovi investimenti".
Giorgetti: "Non serve una manovra lacrime e sangue" -
Secondo il ministro dell'Economia Giancarlo Giorgetti "non serve una manovra lacrime e sangue ma una seria politica di controllo della spesa pubblica" perché l'Italia esca dalla sua condizione di "Paese sempre sotto esame". Il titolare dell'Economia assicura che si tratta di un "obiettivo raggiungibile e da conseguire con determinazione", ricordando che il nostro Paese ha già visto riconoscere i suoi sforzi da parte "dei risparmiatori italiani ed esteri" con la sottoscrizione del Btp valore.
Bankitalia: nel secondo trimestre Pil a +0,3% -
All'assemblea interviene anche il governatore di Bankitalia Fabio Panetta, per dire che nel nostro Paese "nel primo trimestre di quest'anno la crescita è stata anche da noi dello 0,3% e sarebbe rimasta dello stesso ordine di grandezza nel secondo. Continua l'espansione dei servizi, soprattutto quelli legati al turismo, mentre perdura la debolezza della manifattura. Per il complesso del 2024 le previsioni di Consensus Economics indicano una crescita dello 0,8%".
"L'Italia ha punti di forza, ma no eccessivo ottimismo" -
L'economia italiana, continua Panetta, cresce "a ritmi moderati" e può contare "sull'irrobustimento delle imprese, la solida posizione finanziaria delle famiglie e la forza delle banche". Secondo il numero uno di Bankitalia si tratta di fattori che "ci consentono di guardare avanti con fiducia, ma non devono indurre a un eccessivo ottimismo. La solidità delle banche rappresenta oggi un elemento di forza del nostro sistema produttivo". Panetta sottolinea poi la diminuzione del 2% dei prestiti al settore privato e dell'1,1% dei prestiti alle famiglie, mentre quelli alle imprese si riducono del 3,1%.
"Prioritarie le Unioni bancarie" -
Indica poi "il completamento delle Unioni bancarie e dei mercati dei capitali" come "priorità da realizzare con un 'disegno centrale', evitando la moltiplicazione delle norme, favorendo la competitività delle banche nella Ue e la prevenzione nelle crisi bancarie, con i Fondi interbancari che debbono essere preferiti alle più costose 'risoluzioni' e a misure come il 'ball in': debbono essere sempre rispettati i risparmiatori e i lavoratori". Vanno poi evitate "penalizzazioni per chi detiene il debito pubblico", secondo Patuelli, che sostiene che "fra i più ambiziosi obiettivi strategici per costruire una vera Unione europea, che eviti la concorrenza economica tra gli Stati membri, vi è l'armonizzazione dei sistemi e delle aliquote fiscali".
Banche, "necessaria stabilità delle norme" -
Le banche, continua, "hanno assoluta necessità di avere stabilità delle tantissime norme internazionali, europee e nazionali che vanno semplificate: nel 2023 quelle indirizzate alle banche sono state diverse migliaia".
Secondo il presidente Abi inoltre "abbiamo ragione nel sostenere che l'Unione bancaria possibile è quella basata su identiche regole di diritto bancario, finanziario e penale dell'economia, con Testi unici, 'Codici', riforme che non costano che semplifichino, razionalizzino e tolgano disparità nell'Europa e favoriscano le aggregazioni bancarie per la competizione delle banche europee con quelle del resto del mondo".
"Le banche fanno il loro dovere nelle emergenze" -
Inoltre Patuelli indica che "anche nelle più gravi emergenze le banche e chi vi lavora hanno fatto pienamente il loro dovere, come in terremoti, alluvioni e nella pandemia, dove hanno applicato d'urgenza e con diligenza anche le norme eccezionali per i prestiti garantiti alle imprese, con tutte le regole che non erano sospese, con correttezza ed efficienza anche a tutela degli interessi pubblici. Le banche del domani, che è già oggi, sono tutte in concorrenza, sono e saranno sempre più sostenibili, vigili verso ogni rischio per la salute e per l'ambiente, consapevoli, trasparenti, veloci, interattive e umane, impegnate per l'educazione e la correttezza finanziaria, per garantire a ciascuno la libertà e la responsabilità di scegliere in quali modalità effettuare ogni tipo di operazioni".