Simona Ventura e Giovanni Terzi si sono sposati pronunciando il sì commosso a Rimini. Un rito nella cornice del Grand Hotel celebrato dal presidente di Regione Stefano Bonaccini, davanti ai testimoni Milly Carlucci, per lei, e Marco Di Terlizzi per lui. Alcune immagini e video sono stati pubblicati in anteprima sui social da Chi che ha l'esclusiva del servizio sulle nozze.
Lo scambio delle promesse -
"Ti amo perché alla famosa cena che ci ha fatto incontrare le nostre anime si sono riconosciute. Ti amo perché dal momento che sei entrato nella mia vita, mi hai preso per mano e mi hai portato fuori dalle sabbie mobili in cui mi ero impantanata", una delle promesse di Simona Ventura che si interrompe commossa "Neanche facessi questo lavoro", scherza per smorzare le lacrime. "Una donna importante come te dà luce a un uomo e per questo ti dico sempre grazie", un passaggio della promessa di lui. La conduttrice in tuta bianca con strascico e capelli raccolti con chignon basso. Il sì all'aperto sotto un arco di ortensie.
Nozze blindate con 200 ospiti -
A fine giugno si è svolto il mega party pre-wedding a Milano con un migliaio di invitati, dove hanno brindato alla loro unione insieme agli amici. In fondo all'invito delle nozze era presente l'Iban per eventuali contributi alla luna di miele della coppia, con la dicitura "Simona e Giovanni honeymoon". Più contenuto in questo caso il numero degli invitati, circa 200. Regista dei due eventi Enzo Miccio, re televisivo dei wedding planner. Filo conduttore, aveva spiegato "super Simo" in un'intervista a Chi, la presenza delle sculture luminose di Marco Lodola e dei videowall di Sergio Pappalettera. Dopo il sì, la cena e poi via libera al divertimento con una festa in spiaggia.
La scelta di Rimini -
Il matrimonio blindatissimo di Simona Ventura e Giovanni Terzi è stato organizzato nella località romagnola, scelta dalla conduttrice tv e dal compagno che stanno insieme da più di sei anni. “Amiamo moltissimo Rimini e la Romagna” avevano ripetuto i due, che hanno rimandato le nozze che dovevano avvenire nel 2020 quando le limitazioni della pandemia li avevano spinti a rinunciare.