A Milano è stato condannato a 10 mesi con rito abbreviato per lesioni aggravate uno degli agenti di polizia locale indagati nel caso della transessuale 43enne, Bruna, colpita a calci e manganellate nel maggio 2023 e poi immobilizzata con spray al peperoncino. Rinviati a giudizio altri due vigili per lesioni e falso, e la stessa 43enne, a sua volta accusata di lesioni, resistenza a pubblico ufficiale, rifiuto di indicazione della propria identità e ricettazione. Il processo comincerà il 14 novembre.
Video incastrarono gli agenti con il manganello -
La scena delle manganellate era stata ripresa da alcuni studenti affacciati alla finestra ed era diventata virale sui social in breve tempo. La 43enne, difesa dall'avvocato Debora Piazza, aveva presentato denuncia sostenendo che gli agenti si fossero accaniti su di lei in quanto transessuale. Stando alla sua versione, dopo il pestaggio e dopo che i vigili le avevano spruzzato dello spray al peperoncino in volto, sarebbe stata trattenuta in auto diversi minuti.
La vicenda -
L'intervento dei vigili era iniziato la mattina del 24 maggio 2023 in via Giacosa, vicino al parco Trotter di Milano, in zona via Padova, perché era stata segnalata una persona visibilmente agitata che gridava contro i passanti. Dopo essere stata fatta salire in auto per essere portata al Reparto radio mobile di via Custodi per l'identificazione, la donna avrebbe detto di non sentirsi bene e, scendendo dalla macchina, avrebbe tentato la fuga. Una volta raggiunta via Sarfatti, in zona Bocconi, sarebbe iniziata l'aggressione.
Le indagini -
Nel corso delle indagini già stata chiesta l'archiviazione per 6 agenti della Locale (alcuni sono gli stessi condannati, rinviati a giudizio o prosciolti) che erano stati denunciati dalla brasiliana 4 giorni dopo i fatti per abuso di autorità contro arrestati, violenza privata e minacce. La trans 43enne, assistita dall'avvocato Debora Piazza, è accusata di aver dato in "escandescenza" in stato di alterazione e senza documenti in via Giacosa a Milano, lanciando oggetti, minacciando atti di autolesionismo con un fermaglio per capelli e sferrando calci nei confronti degli agenti intervenuti sul posto.
I 'ghisa' sono imputati di lesioni aggravate dall'abuso di potere perché Bruna sarebbe stata bloccata di "spalle" contro la recinzione e le sarebbero stati sferrati colpi con il manganello in "rapida sequenza" e spruzzato spray urticante negli occhi. Rispondo anche dell'accusa di falso per aver mentito nelle relazioni sul fatto che la trans si sarebbe mostrata nuda davanti a "donne e bambini", mostrando parti intime e urinando in pubblico e per aver affermato che abbia preso a testate i finestrini dell'auto su cui era stata caricata. Tutte circostanze che per la pm si sono dimostrate non verificate.
Nella denuncia, gli uomini della Locale erano accusati anche di aver gridato "Transessuale di m..., tornatene al tuo Paese, se non ti fermi ti ammazzo, frocio bastardo". La Procura, che per queste accuse ha chiesto l'archiviazione, non ha trovato alcun testimone delle affermazioni ingiuriose e razziste, pur avvenute in pieno giorno, né riscontro. Gli inquirenti ritengono poco "credibile" che agenti impegnati in un complicato inseguimento abbiano urlato frasi "minacciose e discriminatorie" con il rischio di essere "sentiti".
La condanna -
Il vigile 31enne è stato processato con rito abbreviato. La gup ha accolto la richiesta di condanna del pubblico ministero Giancarla Serafini. Uno dei vigili, nel corso di una delle scorse udienze, aveva offerto un risarcimento alla donna di poche migliaia di euro, accettato come acconto in caso di eventuale risarcimento per un danno maggiore. Per il vigile, un 31enne, condannato oggi a 10 mesi con pena sospesa è stato anche stabilito un risarcimento da liquidarsi in sede civile. Altri due agenti, accusati di lesioni aggravate in concorso e falso in concorso, sono stati rinviati a giudizio insieme alla trans, imputata di lesioni aggravate, resistenza, rifiuto di fornire indicazioni sulla propria identità e ricettazione per essere stata trovata in possesso di una tessera Atm intestata a una donna e che sarebbe stata rubata il 26 novembre 2022 in un'abitazione.
Per tutti il processo partirà il 14 novembre. Prosciolti con sentenza di non luogo a procedere invece altri due vigili urbani di 50 e 56 anni imputati solo per il falso. Secondo l'accusa avrebbero scritto nella relazione di servizio che "Bruna non presentava altre lesioni visibili" ad eccezione degli occhi gonfi e rossi e una lesione al labbro inferiore. Ma il fatto non costituisce reato. Le motivazioni della sentenza saranno depositate in 60 giorni.
Il Comune di Milano si è costituto come persona offesa assistito dall'avvocato comunale Federico Bier.