A Roma il movimento "Bruciamo tutto" ha bloccato una strada in segno di protesta per la morte di Manuela Petrangeli, la fisioterapista di 50 anni dall'ex compagno, Gianluca Molinaro, che si è costituito subito dopo aver commesso il delitto.
La protesta degli attivisti -
Gli attivisti hanno spiegato i motivi che hanno portato al blocco della strada nella mattinata di venerdì 5 luglio, provocando anche alcuni momenti di tensione con gli automobilisti: "Dal femminicidio di Giulia Cecchettin, lo scorso novembre, ci sono stati 43 femminicidi e uno c'è stato proprio qui - ha spiegato una delle attiviste al programma "Morning News" su Canale 5 -. Lei è stata uccisa dal suo ex compagno che non voleva separarsi da lei. Lei stava andando a prendere suo figlio a scuola e non ci è mai riuscita. Noi stiamo portando qua il nostro dolore e la nostra sofferenza da anni di patriarcato sistemico. Veniamo molestate, uccise, stuprate. 'Bruciamo tutto' è un movimento che sta dicendo basta ai femminicidi".
La dinamica del delitto -
Il delitto è avvenuto poco prima delle 14 in strada, nel quartiere Portuense, a pochi metri dalla casa di cura Villa Sandra in cui la donna lavorava. Manuela Petrangeli era appena uscita dal lavoro, insieme a una collega, e stava per andare alla sua auto, posteggiata fuori dalla struttura. Molinaro si sarebbe avvicinato a bordo di un'auto di piccola cilindrata, per poi esplodere i colpi da un fucile a canne mozze. La collega che era con lei sarebbe rimasta ferita. Non sono serviti i tentativi di rianimare la vittima, mentre il 53enne si è costituito in una caserma dei carabinieri, consegnando il fucile con cui avrebbe compiuto l'omicidio. I due si erano lasciati da 3 anni e avevano avuto un figlio che ora ha 9 anni. L'uomo, che dopo la confessione è stato fermato, avrebbe precedenti per atti persecutori.