Tre italiani su quattro sono contrari al nucleare perché lo reputano troppo pericoloso. È quanto emerge da un sondaggio di Ipsos, commissionato, tra gli altri, da Legambiente. Per tre italiani su quattro, dunque, l'energia nucleare non è una soluzione attuabile e non rappresenta una valida alternativa alle fonti fossili perché, oltre a essere rischioso, sarebbe poco conveniente. Secondo gli interpellati si dovrebbe fare di più su rinnovabili, economia circolare e lotta alla crisi climatica
Per il campione Ipsos le fonti pulite e la circolarità rappresentano due volani per il Paese visto che permettono di creare nuovi green jobs, ossia tutte quelle professioni che mirano a salvaguardare la Terra e il suo benessere. Oltre un italiano su due ritiene che in futuro questi mestieri aumenteranno.
Secondo gli italiani, le priorità dovrebbero essere le fonti alternative più sostenibili e la sburocratizzazione. Il governo dovrebbe incentivare la produzione e l'impiego di energie rinnovabili sviluppando al contempo l'economia circolare per il 54% degli intervistati, mentre per il 38 le amministrazioni dovrebbero semplificare il processo che permette di autorizzare nuovi impianti, per esempio pannelli solari o pale eoliche, al fine di permettere questa espansione.
Per quanto riguarda la crisi climatica che avanza, i cittadini sono sempre più consapevoli delle ricadute economiche e degli impatti su territori e salute delle persone. In particolare, per il 61% degli intervistati l'aumento dei disastri naturali è dovuto proprio alla crisi climatica e per il 45% i cambiamenti che questa ha prodotto hanno effetti sul costo della vita in generale. A preoccupare sono anche i prezzi dei beni di prima necessità. Per il 44% degli intervistati la crisi climatica spinge in alto i costi dei prodotti alimentari.
Gli italiani non temono solo di impoverirsi. Per il 29% la situazione ambientale aumenta le probabilità di incorrere in malattie croniche, allergie e intolleranze. La stragrande maggioranza (il 72%) auspica un impegno maggiore nel contrasto alla crisi climatica da parte dei Governi nazionali, che vorrebbe in prima linea. A seguire, gli intervistati reputano prioritario l'onere assunto da aziende e consorzi (per il 42%), amministrazioni locali (per il 39), cittadini e consumatori (il 35%), media (il 20%).