Migliaia di voli cancellati, decine di migliaia di partenze ritardate di ore o giorni. L'ultimo fine settimana milioni di viaggiatori in tutta Europa hanno avuto complicazioni di questo genere. È solo l'ultima puntata di una situazione che ha iniziato a complicarsi già da qualche anno e che la scorsa settimana ha visto dei ritardi aumentati del 153% rispetto allo stesso periodo del 2023. Le cause maggiori sono il maltempo e la mancanza di personale, ma secondo quanto analizzato dal Corriere della Sera, chi parte sarebbe vittima di una combinazione di fattori che riguardano anche la guerra in Ucraina e la programmazione sbagliata delle compagnie aeree.
La metà dei voli annullati in tutto il mondo nel fine settimana era in Europa. Solo il 28 giugno ne sono stati cancellati circa 600 e altri 8 mila hanno avuto ritardi. Negli aeroporti inglesi e spagnoli le partenze erano posticipate di oltre tre ore. Anche di lunedì, il primo luglio, circa il 70% dei velivoli sono partiti dopo l'orario previsto ad Amsterdam, Francoforte, Parigi (Charles de Gaulle), Londra (Heathrow e Gatwick), Madrid e Barcellona.
Diverse compagnie hanno dovuto sistemare in alberghi piloti o clienti, a seconda dei posti rimasti disponibili. A queste spese, le aziende dovranno aggiungere risarcimenti e rimborsi milionari per i viaggiatori. Ecco perché, mentre gli aerei rimanevano fermi, sono volate invece accuse reciproche e minacce di contenziosi tra Aviolinee, società di gestione aeroportuale, aziende di handling (servizi aeroportuali a terra) e controllori del traffico aereo.
Il maltempo costringe gli aerei a percorsi alternativi e crea traffico, ma il dito è puntato anche contro gli aeroporti, le torri di controllo e le compagnie soprattutto per la carenza di personale. Secondo un pilota sentito dal Corriere, la colpa sarebbe in special modo di queste ultime che programmano nuove rotte con poche settimane di preavviso e senza coperture. "Gli equipaggi non sono sufficienti e al primo problema vanno fuori limite e devono chiamare le riserve o cancellare i voli", dice.
Anche gli aeroporti hanno delle responsabilità. Cercano di aggiudicarsi più partenze possibili senza avere abbastanza addetti ai lavori di terra: questo allunga notevolmente tutte le procedure di gestione dei bagagli. Infine i voli risentono di una contrazione delle aree sorvolabili a causa della guerra in Ucraina. I corridoi sono intasati e a risentirne maggiormente sono i cieli di Ungheria, Croazia, Slovenia, dove negli ultimi giorni si sono registrati i ritardi maggiori.