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Giacomo Bozzoli, chi è il 39enne di Brescia condannato all'ergastolo per l'omicidio dello zio | I vicini: "Il nipote manca da giorni"

Gli investigatori sono a caccia dell'uomo dopo che la Cassazione ha confermato la precedente sentenza di condanna. Non è escluso che sia all'estero 

Nato 39 anni fa, Giacomo Bozzoli è a tutti gli effetti un latitante dopo che i carabinieri di Brescia non lo hanno trovato nella sua abitazione, sulle rive del lago di Garda, dove si erano recati per notificargli la decisione con cui la Cassazione lo ha condannato all'ergastolo per l'omicidio dello zio Mario, gettato nell'altoforno della fonderia di famiglia nel 2015. Per Bozzoli, unico imputato per la morte dell'imprenditore, i giudici della Prima Sezione penale della Cassazione hanno respinto il ricorso presentato dai suoi legali contro la sentenza con cui la Corte d'Assise di appello di Brescia, il 17 novembre 2023, lo aveva condannato al carcere a vita con l'isolamento diurno per un anno. Per lui ora spicca un mandato di arresto internazionale: non è escluso che si trovi all'estero.

Le ricerche -

 Le ricerche sono partite immediatamente, dopo che i militari non lo hanno trovato e sono tutt'ora in corso. Nei 9 anni trascorsi dall'omicidio, Giacomo Bozzoli è sempre rimasto in libertà.

I vicini: "Il nipote manca da giorni" -

 Casa chiusa, erba alta in giardino. Questo lo scenario che i carabinieri si sono ritrovati quando hanno suonato al cancello della villa di Giacomo Bozzoli a Soiano del Lago senza trovarlo. Per i vicini di casa, Bozzoli, la moglie e il figlio piccolo, non si vedrebbero da una decina di giorni. Il 39enne condannato all'ergastolo per l'omicidio dello zio Mario, è sempre rimasto libero dall'inizio della vicenda datata 8 ottobre 2015 ad oggi. 

Il delitto -

 Il delitto avvenne l'8 ottobre 2015, quando l'imprenditore Mario Bozzoli scomparve nel nulla dal comune di Marcheno dove si trova la fonderia di famiglia. La vittima telefonò alla moglie intorno alle 19,15 e pochi minuti dopo si verificò una fumata anomala nel forno grande della fonderia. Quindi più nulla.

"Odiava lo zio" -

 Per i giudici d'appello, Giacomo Bozzoli nutriva "odio ostinato e incontenibile" nei confronti dello zio Mario - titolare della fonderia al 50% con il padre di Giacomo, Aldo -, e riteneva la vittima "colpevole sia di lucrare dalla società dei proventi sia di intralciare i suoi progetti imprenditoriali". Sospetti, quelli di Giacomo Bozzoli, che l'uomo avrebbe riferito a conoscenti e alla ex fidanzata a cui avrebbe anche raccontato di un piano per ucciderlo.

La vicenda dell'operaio morto in circostanze da chiarire -

 Nella vicenda si inserisce poi la storia di Giuseppe Ghirardini, uno degli operai della fonderia che era stato sentito dagli inquirenti essendo stato fra le ultime persone a vedere Mario Bozzoli in vita. Ghirardini venne trovato morto in circostanze mai chiarite. L'uomo, sui social, aveva scritto poche ore prima di sparire: "Guardati bene le spalle sempre. Pugnalate arrivano da chi meno te lo aspetti".

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