VERSO IL BALLOTTAGGIO

Elezioni Francia, sono 218 i "desistenti": la battaglia seggio per seggio per arginare l'estrema destra di Le Pen

Nei ballottaggi si punta a portare un solo candidato che rappresenti il campo largo contro l'estrema destra

Dopo la prima tornata delle elezioni legislative francesi, si scende in trincea a combattere seggio per seggio: gli strateghi dei partiti e delle coalizioni hanno a disposizione una manciata di ore, fino ad oggi alle 18, per mettere a punto i propri piani, gli schieramenti, la tattica e presentare le candidature per i ballottaggi. Obiettivo numero uno del presidente Macron: impedire che il Rassemblement National, assieme agli "Amici di Ciotti" che hanno portato il loro 4% alla causa dell'estrema destra, possa raggiungere il numero magico: 289, i seggi necessari per la maggioranza assoluta. Per farlo si punta alla cosiddetta desistenza: dove lo scontro al ballottaggio vede più di due candidati affrontarsi, quelli non appartenenti al Rn, quindi all'estrema destra, si alleeranno per portare un solo nome e fare fronte comune contro il partito di Marine Le Pen.

Sullo sfondo di tensioni per spingere gli esponenti vicini alla maggioranza a fare sbarramento "senza se e senza ma" contro l'estrema destra, le ultime cifre sono: 172 candidati arrivati al terzo posto che hanno già proclamato la loro desistenza nelle 306 'triangolari' e nelle 5 'quadrangolari'. Si tratta della totalità degli oltre 120 candidati della sinistra, che desiste "sempre e ovunque", secondo i dettami di Jean-Luc Me'lenchon, leader de La France Insoumise, affinché non un solo voto vada al RN, di 50 di Ensemble e di un candidato Republicains. Restano in piedi altre 135 triangolari. Sono poi 190 i duelli, i faccia a faccia in cui il Rn parte quasi ovunque in posizione di forza.

A far aumentare in modo spettacolare il numero delle triangolari, che erano soltanto 8 nelle ultime legislative del 2022 e addirittura una sola nel 2017, è stata l'impennata dell'affluenza, arrivata a quota 66,71, quasi il 20% in più delle ultime elezioni dei deputati. Più alto il numero dei votanti, più alto di conseguenza quello dei candidati che superano la quota del 12,5% necessaria a qualificarsi per il secondo turno. L'affluenza ha reso possibile anche l'effetto di promuovere deputati già al primo turno 76 candidati: 39 del Rn, 31 del Nuovo Fronte Popolare, 2 di Ensemble, 2 delle liste 'Altri di destra', 1 dei Republicains e 1 degli Amici di Ciotti, che si sono accordati con il partito di Marine Le Pen.

Desistenze anti-Le Pen arrivate a quota 208 -

 Intanto si moltiplicano le decisioni di ritirarsi al ballottaggio delle legislative in Francia in favore del candidato meglio piazzato al primo turno per battersi contro il rappresentante dell'estrema destra. Secondo il conteggio di Le Monde, le desistenze in funzione anti-RN sono arrivate a quota 208. Fra queste, quella della ministra con delega alle Collettività e alle campagne, Dominique Faure, che voleva rimanere in corsa in una circoscrizione in cui un socialista è in testa davanti a una candidata di Le Pen. Ha ceduto su pressioni del presidente Emmanuel Macron e del premier Gabriel Attal.

I possibili scenari futuri -

  Gli scenari possibili al momento sono tre, secondo una simulazione diffusa dalla rivista Le Grand Continent: maggioranza assoluta sicura per il Rn con circa 300 deputati nel caso di mancate desistenze nelle triangolari con il partito di Le Pen, Rn che sfiora quota 289 e maggioranza assoluta che resterebbe lontana di soli 15 seggi nel caso di desistenza soltanto della gauche, con Ensemble che guadagnerebbe una ventina di deputati; maggioranza soltanto relativa, anche se consistente, per Rn se la strategia di desistenza fosse comune a tutti gli altri schieramenti.

L'Eliseo invita la Le Pen alla "misura" e al "sangue freddo" -

  Intanto l'Eliseo invita la Le Pen a dar prova di "misura" e "sangue freddo" dopo le sue controverse dichiarazioni su un presunto "colpo di Stato amministrativo" del campo di Emmanuel Macron a pochi giorni dal secondo turno delle elezioni politiche anticipate del 7 luglio, attraverso un'ondata di nomine prima di un'eventuale coabitazione. "Da 66 anni - puntualizza la presidenza - ogni settimana ci sono nomine e spostamenti, in particolare, l'estate, indipendentemente dalle congiunture politiche". E non si prevede che questo possa cambiare "nei prossimi mesi", aggiungono all'Eliseo.