I carabinieri si sono presentati a casa di Giacomo Bozzoli sul lago di Garda per eseguire l'ordine di carcerazione dopo la sentenza della Cassazione che ha confermato l'ergastolo dei primi due gradi di giudizio per l'omicidio dello zio Mario, ma non hanno trovato il 40enne bresciano. A quell'indirizzo, secondo il padre Adelio, il figlio avrebbe trascorso la giornata in attesa della pronuncia della suprema corte. Ma di lui, al momento, si sono perse le tracce.
A poche ore dalla pronuncia della Cassazione che ha confermato l’ergastolo nei confronti del 40enne bresciano ritenuto l’omicida dello zio Mario, Giacomo Bozzoli risulta irreperibile. Le sue responsabilità nell'omicidio erano state accertate dalla corte d'assise di Brescia e poi confermate dalla corte d'assise d'appello. Ora anche dalla Cassazione.
Gli uffici della Procura di Brescia hanno ricevuto l'estratto della sentenza della Cassazione, atto fondamentale per poter emettere l’ordine di carcerazione. Secondo i giudici della suprema corte l’imprenditore Mario Bozzoli fu gettato nel forno della fonderia di famiglia, che gestiva con il fratello e con i nipoti a Marcheno (Brescia), la sera dell'8 ottobre 2015.
Giacomo Bozzoli che in questi nove anni è sempre rimasto in libertà. Non ha seguito l'udienza a Roma dove invece era presente il padre Adelio, il quale aveva riferito che il figlio, da lui ritenuto innocente, era in attesa nella sua abitazione sul lago di Garda. Da capire adesso se il 40enne deciderà di costituirsi, dal momento che i carabinieri che si sono presentati nella sua abitazione per condurlo in carcere, non hanno trovato nessuno.