l'accusa

Liliana Segre sui giovani di FdI: dovrò ancora essere cacciata dal mio Paese?

Giovanni Donzelli, responsabile organizzativo di FdI: l'intervento della senatrice a vita deve essere "rispettato da tutti senza polemiche e senza strumentalizzazioni"

© Ansa

Dopo il caso dei cori fascisti tra i giovani di FdI e le dimissioni di Flaminia Pace, sull'accaduto interviene anche la senatrice a vita Liliana Segre. Che in merito all'inchiesta di Fanpage sottolinea che "queste derive ci sono sempre state". E si chiede se "ora, alla mia età, dovrò essere cacciata dal mio Paese come già lo sono stata una volta". Un intervento che per Giovanni Donzelli, responsabile organizzativo di FdI, deve essere "rispettato da tutti senza polemiche e senza strumentalizzazioni".

"Credo che queste derive, chiamiamole derive, che sono venute fuori nell'ultima settimana così in modo eclatante - riflette Liliana Segre - ci siano sempre state, nascoste, non esibite, e che con l'attuale governo si approfitti di questo potere grande della destra, non ci si vergogni più di nulla". Un intervento, nel quale si chiede anche se verrà di nuovo cacciata dal suo Paese, che per intensità ricorda quello pronunciato il 14 maggio al Senato, quando parlò dell'ascesa del fascismo un secolo fa.

Alla senatrice a vita risponde Giovanni Donzelli, responsabile organizzativo di Fdi, secondo il quale le parole di Liliana Segre vanno ascoltate "con la massima attenzione e il massimo rispetto, come anche nelle occasioni passate". Ciò in quanto "la Senatrice Segre, quando si riflette sul pericoloso germe dell'antisemitismo, è un simbolo di tutta la Nazione. Un simbolo che deve essere rispettato da tutti senza polemiche e senza strumentalizzazioni".

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