Quarantotto anni, giornalista, vincitore di premi per i suoi documentari ed ex-compagno di scuola di Macron. François Ruffin potrebbe essere il nome in grado di mettere d'accordo tutti i partiti del Nuovo Fronte Popolare, la coalizione della sinistra francese.
Le origini -
François Ruffin nasce nel 1975 a Calais, la cittadina francese affacciata sulla Manica. Cresce ad Amiens, dove frequenta il liceo La Providence, stesso istituto dove Emmanuel Macron ha conosciuto la sua professoressa e futura moglie Brigitte.
Dopo il diploma si iscrive alla CFJ, la prestigiosa scuola di giornalismo francese, e fonda la rivista Fakir, motivato a voler dar voce alla Francia profonda, quella delle fabbriche locali che chiudono ma che non fanno notizia nei grandi giornali.
Subito dopo aver completato la scuola, pubblica un saggio in cui accusa l'istituto di essere troppo conformista e di formare dei "Piccoli soldati del giornalismo", come recita il titolo. Il libro diventa un grande successo e lancia Ruffin con forza nel dibattito pubblico nazionale come paladino del popolo contrario a ogni tipo di casta ed élite. Forte della sua notorietà, la sua creazione Fakir diventa una rivista nazionale con una tiratura da 29mila copie.
Nel 2016, la notorietà di François Ruffin cresce ancora grazie al suo primo documentario, intitolato "Merci Patron!" (Grazie Padrone!). Un'inchiesta che prende di mira Bernauld Arnault, uomo più ricco di Francia e amministratore delegato di LVMH, il colosso del lusso che detiene marchi come Fendi, Louis Vuitton e Bulgari. Ruffin racconta la delocalizzazione condotta negli ultimi anni dal gruppo che ha gettato nella disoccupazione migliaia di lavoratori francesi.
Il documentario ha un successo strepitoso, vince il premio César nel 2017 e Ruffin decide di donare il premio in denaro agli operai della fabbrica Whirlpool di Amiens in quel momento in grave difficoltà.
La carriera politica -
Nel 2016 Ruffin lancia il movimento Le Nuit Debout, occupando per due mesi Place de la République con il sogno della rivoluzione. Nel 2017 si presenta alle elezioni legislative e viene eletto deputato con il partito di Jean-Luc Mélenchon, La France Insoumise (LFI). Nel 2022 ottiene nuovamente la vittoria e si conferma deputato sempre nelle fila di LFI. Sceglie di rinunciare a una parte dello stipendio, giustificandosi dicendo che "non lo fa per soldi".
La sua storia politica è segnata dal contrasto con il Presidente Emmanuel Macron. Entrambi hanno frequentato l'istituto La Providence di Amiens, sono quasi coetanei e si conoscono da tempo. Nonostante la vicinanza geografica, però, non potrebbero essere più diversi. Ruffin è uno dei principali oppositori di Macron, bollato come presidente della casta e dei ricchi e frequente oggetto delle sue sfuriate.
L'impegno politico non esclude quello giornalistico per Ruffin. Anche dopo l'elezione il deputato ha realizzato inchieste e documentari come "L' Insoumise", dedicato al leader del suo partito Mélenchon. Un rapporto quello con il segretario di LFI fatto di alti e bassi. Da un lato, il vecchio baluardo della sinistra francese, ormai settantenne. Dall'altro, la giovane stella nascente che insidia la sua supremazia.
Le tensioni continuano in vista delle presidenziali. Mélenchon è stato giudicato troppo divisivo da tutti i partiti della coalizione e Ruffin invece potrebbe essere considerato un nome adatto a unire il Fronte Popolare. E il reporter-deputato non si limita a stare in disparte, ha già detto che, per lui, Mélenchon è un "ostacolo alla vittoria del Fronte Popolare". Dichiarazioni non apprezzate dai vertici di La France Insoumise ma che danno un'idea chiara delle ambizioni del personaggio per le prossime elezioni in Francia.